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18/05/24 ore

Kafka a Teheran, di Ali Asgari e Alireza Khatami. Presentato al Festival di Cannes 2023


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in anteprima nel maggio 2023 alla sezione Un Certain Regard del 76º Festival di Cannes, Kafka a Teheran, scritto e diretto da Ali Asgari e Alireza Khatami, è un film ad episodi che racconta le storie di comuni cittadini costretti ad affrontare la burocrazia di un regime antidemocratico.

 

In effetti la libertà è limitata da leggi assurde secondo le quali, ad esempio, chi cerca un lavoro deve conoscere bene il Corano, chi perde un cane commette un reato, una bambina per il primo giorno di scuola non può portare jeans e maglietta, come vorrebbe, e un regista deve farsi approvare il copione per poter girare il suo film. Piccole storie quotidiane narrate in modo semplice che sottolineano l’esistenza di un regime che controlla ogni aspetto della vita del Paese.

 

Purtroppo dopo l’interesse iniziale suscitato dalle proteste femminili e dalla morte Mahsa Amini, poco si è parlato poi di ciò che accade in Iran dove ogni gesto, ogni azione può essere interpretato dalle autorità come qualcosa di sovversivo o non conforme alle leggi vigenti, creando un pesante clima di oppressione.

 

Il titolo italiano del film mette in rilievo le situazioni “kafkiane”, paradossali e assurde, descritte dai due registi. “Ho apprezzato molto il titolo italiano, perché io sono un amante di Kafka - ha affermato Asgari - Durante la scrittura, abbiamo parlato anche dei suoi lavori, perché nel nostro film raccontiamo proprio situazioni kafkiane, nelle quali ci sono i cittadini contro un’autorità. È anche per questo che non mostriamo mai le persone fuori campo: tutti loro, infatti, sono simboli di quell’autorità che non ha volto e che è presente in alcuni lavori di Kafka, dove i personaggi si ritrovano condannati ma non sanno il motivo (…).

 

A essere inquadrate, una dopo l’altra e in situazioni via via più assurde, sono persone comuni che si confrontano con istituzioni o enti pubblici. I loro interlocutori, però, i burocrati, rimangono sempre fuori campo. Tutti questi personaggi “invisibili” dei quali sentiamo soltanto la voce e che non vediamo mai rappresentano una cosa sola, unica, cioè il sistema. Un sistema che è lo specchio di un regime che controlla ogni aspetto della vita nel nostro paese (…).

 

Il titolo internazionale Terrestrial Verses, fa riferimento a una poesia di Forough Farrokhzad: ci siamo ispirati a uno stile di poesia persiano che si chiama dibattito: è simile a una conversazione tra due persone, inoltre, quando si parla di poesia persiana, si pensa sempre a nomi di uomini, noi invece abbiamo voluto scegliere quello di una donna, Forough Farrokhzad, alla quale ci piaceva rendere omaggio. Anche il finale del film, infatti, si ispira ad alcuni versi della poesia che dà il titolo al nostro film: Poi/il sole divenne freddo/E l’abbondanza lasciò la terra”.

 

A quanto pare, Asgari e Khatami si sono conosciuti nel 2017 alla 74ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dov'erano gli unici due iraniani. In una settimana hanno scritto assieme la sceneggiatura del film che prende spunto da episodi accaduti a loro e a loro conoscenti. Non volendo aspettare un'autorizzazione da parte del governo, hanno cominciato a girare il film con mezzi propri nel settembre 2022, poco prima delle proteste in Iran e della morte di Mahsa Amini, poi lo hanno completato in pochi giorni tra il febbraio e il marzo del 2023.

 

Il cast include Majid Salehi, Gohar Kheirandish, Farzin Mohades, Asgari, Hossein Soleimani, Faezeh Rad, Bahram Ark, Sarvin Zabetian, Arghavan Shabani. La fotografia è di Adib Sobhani, la scenografia di Hamed Aslani.

 

Ecco il trailer del film (da Coming Soon)

 

 


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