
Apparso da qualche giorno sugli schermi italiani, Milarepa, di Louis Nero, non è un remake di due film del passato, come quello di Liliana Cavani del’74 tratto dal libro Tibet's Great Yogi Milarepa, né del film del 2006 di Neten Chokling, sulla vita del mistico, filosofo e poeta tibetano vissuto tra il 1051 e 1135.
Il film di Nero, infatti, è un’opera originale che ne reinterpreta la storia inserendola un contesto diverso con un tocco di fantascienza, focalizzando l’attenzione sul personaggio femminile di Mila e sul suo percorso di crescita.
La vicenda in effetti è ambientata in un mondo post-apocalittico, dove la natura ha riconquistato il suo spazio, e segue il viaggio di redenzione di una giovane donna di nome Mila, (Isabelle Allen), costretta ad affrontare la morte improvvisa del padre assassinato e la perdita dell’eredità, sottratta dagli zii paterni. Spinta dal desiderio di vendetta, dopo aver ottenuto una rivincita, si pente e decide di iniziare un viaggio spirituale, un percorso di redenzione e trasformazione.
“Ho scoperto Milarepa quando avevo diciott’anni, leggendo un libro sulla sua vita. È stata una rivelazione. Quella lettura mi ha avvicinato alle culture orientali e mi ha spinto a studiare sanscrito e cinese, proprio per leggere i testi nella loro lingua originale - ha affermato il regista -. È stato un viaggio trasformativo, personale. Così ho sentito il bisogno, quasi il dovere, di rendere omaggio a questa figura straordinaria, portando la sua storia a un pubblico contemporaneo. Un viaggio che andava raccontato, perché oggi è stato dimenticato, ma contiene messaggi più che mai urgenti…Il cuore della vicenda è chiaro: la vendetta è solo un’illusione. Non ci guarisce, non risolve i nostri conflitti. Anzi, li lascia intatti. Milarepa ci insegna che solo attraverso il perdono possiamo trovare la pace, dentro e fuori di noi. È un messaggio fondamentale oggi, in un’epoca in cui molte guerre nascono proprio da vendette, da ritorsioni. Se rinunciamo alla vendetta, possiamo iniziare un vero processo di riconciliazione col mondo”.
A quanto pare, il regista ha deciso di ambientare il film nel futuro per avere una maggiore libertà narrativa e per rendere il racconto più accessibile alle nuove generazioni. Ha preferito, inoltre, una donna come protagonista, ispirandosi a una figura realmente esistita: Alexandra David-Néel, scrittrice francese del primo ‘900 che si travestì da pellegrino per andare in un Tibet vietato alle donne.
Anche se L. Nero ha mantenuto la struttura e l’essenza della storia originale, ha scelto un linguaggio narrativo oggi più accessibile, preferendo una figura femminile per rendere il messaggio più comprensibile e universale.
Senz’altro un film particolare, supportato da un buon cast includente grandi attori, come F. Murray Abraham, Harvey Keitel, Franco Nero, Ángela Molina, Isabelle Allen, Iazua Larios, Kaitlyn Kemp, Hal Yamanouchi, Bruno Bilotta, Michael Ronda, Diana Dell'Erba. Sceneggiatura: Louis Nero. Fotografia: Micaela Cauterucci. Musiche: Andrea Guerra.
Louis Nero, sceneggiatore e registaha al suo attivo diversi cortometraggi e alcuni film di successo, come iGolem (2000), Pianosequenza (2005),Hans (2006), La rabbia (2008), Rasputin (2011), Il mistero di Dante (2013) The Broken Key (2017).
Ecco il trailer del film (da Altrofilm)