Qualche giorno fa, nel pomeriggio del 16 marzo 2015, è stato presentato nell’aula magna del MAXXI il "Palazzo Italia", l’edificio di ingresso al padiglione italiano per l’EXPO 2015 di Milano alla presenza di un’entusiasta Giovanna Melandri, che quale presidente della Fondazione MAXXI ha introdotto la serata.
Un incontro-conferenza di grande interesse vista l’importanza che ricopre l’edificio, che in pratica rappresenterà l’Italia nel mondo.
Colpisce a un primo sguardo un certa rassomiglianza con un’architettura del giapponese Toyo Ito del 2004, che ha ripetuto il motivo dei rami degli alberi di zelkova che ornavano la strada prima dell’ultima guerra mondiale sulla facciata dell’edificio della catena commerciale Tod’s a Tokio: ricostruzione avvenuta sulle ceneri della guerra perduta, simbolo arboreo della strada che portava verso il sagrato di Meiji dedicato all’imperatore.
Anche a Milano hanno usato un motivo simile al ramo di zelcova e sempre in cemento bianco, per celebrare una rinascita italiana dalle ceneri di una crisi più lunga della guerra stessa, per celebrare la ricostruzione di una ex-area industriale dismessa, difficilissima da risanare per i residuati chimici di cui era infestato il territorio. Ma c’è di più: la bufera giudiziaria scatenata dalla Procura di Firenze sull’EXPO vede una serie di personaggi indagati per aver turbato la gara pilotandone l’aggiudicazione all’impresa costruttrice che tra l’altro è la stessa del MAXXI.
Michele Molè, fondatore e direttore di Nemesi&Partners che si è aggiudicato il progetto ha spiegato la sostenibilità architettonica del padiglione espositivo dopo aver fatto un lungo excursus culturale sulla fragilità, tema che lo ha ispirato come architetto della prestigiosa opera.
Un’angosciante tematica che sta sotto gli occhi di tutti in questo periodo in cui la corruzione fa breccia dappertutto e che con abile maestria egli ha eretto a simbolo nazionale, per un EXPO che ha già impegnato notevoli finanze e fra scandali e ombre non cessa di suscitare speranze tutte da verificare.
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