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02/12/24 ore

Terminata l’ottava edizione di Restart: confronto e partecipazione



di Giulia Anzani

 

Il festival Restart, fate il vostro gioco è giunto al termine. Negli spazi dell’Accademia Popolare si è tornati alla completa normalità, rimettendo in ordine lo spazio e i fusi orari di tutto lo staff. È stata un’intensa settimana, ancora da elaborare nella sua interezza. Con un meteo incerto, l’autunno ha fatto capolino su Roma, mentre all’interno di ÁP c’era un gran fermento accompagnato dal peso delle aspettative.

 

Il giorno dopo le tanto attese (e temute) elezioni, Disegno dal vero a cura del collettivo MagVille ha dato il via alle danze con lo speciale dedicato a Lea Garofalo.

 

Una partenza coi fiocchi, che è proseguita con l’inizio dell’Officina Lara Facondi: le  tre lezioni tenute da Paolo Di Paolo, Giulia Blasi e Vera Gheno nei giorni programmati, hanno riscontrato seguito e partecipazione da parte della piccola classe di giovani scrittori in erba. I ragazzi e le ragazze partecipanti, dopo le  dense mattinate di lezione, hanno seguito il tutoraggio di Elvira Mujćić negli spazi del centro di aggregazione giovanile “vicino di casa” di ÁP, il BSide.

 


 

Imparare a scrivere al di là del diario segreto, sviluppare un proprio stile personale; modificare la visione collettiva e stereotipata del mondo attraverso il femminismo; il linguaggio inclusivo, la schwa, il pensiero che passa attraverso le parole. È con questi argomenti che le giornate dedicate alla scuola di pensiero e di scrittura dedicate a Lara Facondi, sono volate via, scivolando dolcemente nel vero e proprio inizio di Restart.

 

La prima giornata di festival, iniziata di fatto nel pomeriggio, ha avuto come argomento principale le donne. Con un tentativo di smontare i falsi miti che gravitano attorno al cosiddetto “gentil sesso”, ci si è proiettati verso una ricerca e conseguente stabilità di autodeterminazione. La stand-up comedy al femminile, ha dato un senso di leggerezza ad un momento travolgente e, a tratti, amaro, con una sentita partecipazione del pubblico.

 


 

La seconda giornata è stata a base di arteducazione. È iniziata con un incontro: rapper di varie provenienze ed età, hanno raccontato la propria esperienza. Tante vite, tanti percorsi diversi, ma in quel momento erano lì, uniti da un comune pensiero su come si fa arte, come si fa musica e come si lavora su di sé e per gli altri. E tutto il venerdì è stato dedicato al concetto di cultura, unico vero mezzo per crescere e aiutare il prossimo. In tarda serata, la jam session ha scrollato la tensione. Lo staff, i rapper, gli avventori, gli ospiti… tutti uniti, rasserenati, dalla magia della musica.

 


 

La terza e ultima giornata, è iniziata con le letture ad alta voce per i piccoli avventori di ÁP dando ufficialmente il via alla stagione dei sabati mattina con i bimbi. Nel pomeriggio gli argomenti sono virati sul tema più caro tra le pareti dell’Accademia, in occasione del trentennale dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio: la mafia e l’antimafia. Dopo le premiazioni, i live di Caffellatte e Awa Fall hanno decretato un magico finale di quest’ottava edizione di Restart.

 


 

In questi giorni così pieni di emozioni, si è percepita prepotente la voglia di confronto e partecipazione, gli elementi irrinunciabili alla comunità. Stare insieme consolidando le idee, i rapporti, le unioni, è l’unico mezzo reale per raggiungere il comune obiettivo di dar voce a tutto ciò che, spesso, si tiene nascosto come i desideri, le paure, i pensieri ed i sogni.

 

Dare spazio alle diversità di ognuno come fonte di ricchezza: questo ho visto tra le mura di ÁP, questo ho visto durante Restart.

 


 

 (foto di Marco Mastrandrea)

 

 


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