Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

18/11/24 ore

Let's Bake ART, il viaggio di Mariapia Bruno tra arte e buona tavola



L'avreste mai detto che Claude Monet tra una ninfea e un'impressione da catturare sulla tela avesse avuto anche il tempo, e soprattutto la voglia, di scrivere di suo pugno il ricettario della sua famiglia? Provando ovviamente le ricette. E chissà quanti altri artisti hanno fatto la stessa cosa. E' questa la domanda che si è posta Mariapia Bruno, giornalista di cultura con la passione per i viaggi d'arte e le ricette ricercate, dopo aver scoperto il libro di ricette scritto di pugno dal padre dell'impressionismo. Una domanda a cui ha dato risposta auto pubblicando il suo primo libro, Let's Bake ART (ilmiolibro.it), che raccoglie 79 ricette originali di grandi artisti, da Picasso a Van Gogh, da Frida Kahlo a Steve McCurry.

 

L'autrice si è messa in gioco un anno fa, raccogliendo, provando e condividendo le ricette, in italiano e in inglese, sul blog letsbakeart.wordpress.com e sull'omonimo canale youtube. "L'ironico titolo, che significa cuciniamo l'arte - afferma Mariapia Bruno - incarna in sé il senso del libro: godere dell'arte e delle sue bellezze attraverso la cucina, attraverso un momento di quotidiana convivialità".

 

E' un libro che fa cultura senza appesantire che ne gusta la lettura, se non con le prelibate ricette che contiene. Dagli antipasti ai dolci, Let's Bake ART accompagna il lettore nelle cucine dei grandi artisti, li fa sedere alle loro tavole, raccontando al contempo, da un punto di vista storico e critico, il significato degli alimenti rappresentati nelle opere d'arte a corredo del volume. Perché il cibo non arricchisce le tele solo con nature morte e, come afferma l'autrice, "è sempre significato di qualcos'altro: i frutti rossi che vediamo spesso nelle natività fiamminghe sono simbolo della Passione di Cristo, mentre l'albero di ciliegio indica lo status sociale dei coniugi Arnolfini, gli importanti committenti del noto dipinto di Jan Van Eyck".

 

Sono molti gli spunti di riflessione legati alla tavola e al mangiar bene contenuti nel libro. Sono presenti alcune ricette biologiche, firmate dal pittore Paolo Maggis, che ha colto l'occasione per parlare della sua scelta di cucinare utilizzando cibi acquistati a km zero. C'è una ricetta fatta con gli avanzi dell'artista Sissi, che sottolinea l'importanza di non sprecare quanto abbiamo nei nostri frigoriferi e nelle nostre dispense. E c'è anche una ricetta etica, Le caserecce con fave e ricotta realizzata dal pittore siciliano Giovanni Scifo utilizzando i prodotti di Libera Terra, un modo per sensibilizzare il pubblico sull'importanza della lotta alle mafie e alla criminalità organizzata.

 

Con il libro in mano, allora, ci si mette a tavola per parlar d'arte, di costumi, problematiche sociali e tradizioni. Non potevano di certo mancare ricette regionali, locali o addirittura di "famiglia", come la Parmigiana di melanzane del pittore siciliano Andrea Carisi, i Turtei cun la cua (Tortelli con la coda) piacentini di Nicoletta dal Vera, o la Torta dell'affetto della designer di gioielli Simonetta Starrabba.

 

Le ricette che meglio testimoniano il legame profondo tra l'autore e il proprio paese sono, senza dubbio, quelle di Frida Kahlo: la leggendaria pittrice ha saputo dotare i suoi piatti e le sue tele della stessa energia e della stessa piccante e passionale tradizione messicana. Ma può una ricetta rappresentare alla perfezione anche il marchio di fabbrica di un artista? Assolutamente si. E' questo il caso del Timbale Elysée Lasserre di Salvador Dalì, dessert eccentrico e provocante come il maestro del surrealismo.

 

Salvatore Balasco

 

 


Aggiungi commento