Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

21/12/24 ore

Quell’Ateismo è Umanismo di Giulio Rapposelli


  • Giovanni Lauricella

Nel torrido pomeriggio di mercoledì 21 giugno scorso, alle ore 16.00, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati in via della Missione, è stato presentato il saggio del noto psicanalista romano che da poco ci ha lasciati, Giulio Rapposelli: “Quell’Ateismo è Umanismo”.

 

Presentazione ad opera della Dott.ssa Anna Merolle Psicoterapeuta e di Marcello Rinaldi, Socio UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) e Valeria Di Felice, Editore del libro. L’assenza dell’attore e Regista Antonio Serrano previsto nell’incontro per la lettura di alcuni brani è stata ben rimpiazzata dalla vedova dell’autore.

 

Giulio Rapposelli è stato per anni uno tra gli psicanalisti che ha guadagnato la scena romana oltre per la brillante carriera svolta anche per le numerose presenze in incontri pubblici e per i libri che ha scritto e presentato a folte platee in molte occasioni.

 

Rapposelli in un complesso excursus che va dalle origini antropologiche dell’interpretazione del  mistero dell’universo a quelle più recenti che includono le conoscenze scientifiche, tenta di tracciare una dimensione umana che è quella che dovrebbe essere propria a ciascuno di noi di questo mondo senza che interferiscano dettami religiosi alcuni.

 

Una conoscenza del mondo e dell’universo, secondo l’autore, che già l’uomo in origine affrontava egregiamente riconoscendo alla materia una forza energetica che è a fondamento della concezione animista e che poi si è evoluta grazie alla scienza a quello che noi adesso conosciamo dalla matematica quantistica.

 

Dall’uomo primitivo ad Albert Einstein, un salto di tanti secoli per dimostrare l’Umanismo, una forma di interazione sociale fondata sull’amore la concezione spirituale  che Giulio Rapposelli tenta di proporre come pratica esistenziale.

 

Un discorso interessante in poche pagine che formano un libro di formato tascabile, come un prontuario in caso di smarrimento della coscienza che l’autore sembra invitasse ad avere in caso di emergenza.

 

Viviamo un periodo in cui si uccide in nome delle religioni come non mai, altro che al tempo delle crociate che vedeva solo in fronti circoscritti la guerra mentre tutto il resto del mondo era in pace. Adesso il conflitto è da per tutto, non c’è pace in nessuna parte del mondo, con il paradosso che gli stessi religiosi in guerra ripetutamente proclamano la pace e se ne contendono l’esclusiva.

 

Un paradosso comico tipico della commedia all’italiana che se non causasse danni mortali farebbe ridere. In pratica gli stessi fautori del male si riappropriano di quello che gli potrebbe far interrompere la pratica sanguinaria, la pace, per poter proseguire ad uccidere escludendo quelli che potrebbero farli ritornare alla ragione, gli atei.

 

Pirandello nelle sue contorsioni del doppio non ci sarebbe arrivato a concepire scene teatrali di tale genere, eppure è quello che normalmente si vive nel mondo che non è un teatro. Gli stessi “laici” che abbiamo in politica sono sottomessi al Papa come al Rabbino o all’Imam in maniera tale che ci invitano costantemente a rispettare i dettami religiosi proprio come fanno i sacerdoti e legiferano in merito imposizioni che debbiamo tutti rispettare, non si capisce il motivo, compreso i non religiosi.

 

Come se il problema fossero i non credenti che in quanto tali che non avendo motivo per uccidere, per assurdità della sorte, devono subire coercizioni se non punizioni se non si attengono a dettami religiosi. Come se i vigili multassero per  infrazione stradale i marinai che non hanno l’automobile per la sola colpa che vivendo in mare non potranno mai rispettare i segnali stradali, quindi in errore perché non si riconoscono in quella parte del  codice civile che regola il traffico stradale.

 

Insomma una coscienza atea tutta da risvegliare ma che invece sembra stranamente assopita, torpore che “Quell’Ateismo è Umanismo” tenta di scuotere contribuendo con uno spessore culturale non trascurabile.

 

Giulio Rapposelli

Quell’Ateismo è Umanismo

Di Felice Edizioni

 

 


Aggiungi commento