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16/04/24 ore

Pieter Brueghel, giochi di bambini



Oltre 100 opere, tra dipinti, disegni e grafiche, sono in mostra al Chiostro del Bramante, con il titolo Brueghel. Meraviglie dell’arte Fiamminga, dal 18 dicembre 2012 al 2 giugno 2013. Sono capolavori di Pieter Brueghel o Bruegel e dei più importanti artisti fiamminghi del XVI e il XVII secolo, provenienti da importanti collezioni private e musei italiani e stranieri, tra cui il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Tel Aviv Museum of Art, il la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il Museo di Capodimonte di Napoli.

 

Brueghel è un pittore attento alla realtà, capace di rappresentare gran parte delle manifestazioni umane in pochi centimetri quadrati di tela. Vedute di abitati con strade piene di passanti che racchiudono situazioni collettive tra le più disparate, rappresentate con sottile impalpabile angoscia in dimensioni estremamente piccole e in così gran numero che ha dell'incredibile*, scene di vita che quasi si sovrappongono, così fitte da comporre non più uno spaccato del reale ma un mondo surreale, pur rimanendo precise testimonianze di un passato di importante rilevanza storica, un’Europa nordica dai cieli bassi e bui che sembra ignorare l’Umanesimo.

 

Infatti il messaggio sotteso si avvicina a concezioni religiose tardo-medioevali, che hanno dato vita a rivolte contadine tipiche dei Paesi Bassi. Una narrazione visuale lenticolare degli agglomerati umani, di ambiente proletario, che li assimila a dei formicai.

 

Non a caso, perché, riguardando i quadri di Bueghel, ho notato quell'analisi sociologica che molti artisti contemporanei fanno adesso riproducendo dei formicai veri e propri, non con il pennello ma introducendo formiche vive in apposite urne di vetro, un fenomeno che è anche una moda che ha un suo discreto seguito in Germania. Si intende così criticare - se non accusare - la società moderna che, pur vantando criteri organizzativi eccellenti, non riesce a superare l'armonia e la compattezza di un formicaio, senza dire che ovviamente la dimensione del formicaio non produce la felicità dei suoi abitatori umani.

 

Negli spazi di “The Gallery Apart” a Roma, lo scorso novembre Luana Perilli ne ha realizzato uno “come a ridestare nello spettatore la curiosità infantile verso il mondo esterno, alla scoperta del perduto senso della vita sociale” (Stella Kasian).  Usando le parole dell’artista: “un vero monumento alle potenzialità e al successo che un modello di collettività spontanea, altruistica e non ideologica offre.

 

Anche se nel '500 e con il pennello, pariteticamente Brughel, come i contemporanei, fa uno spaccato sociale dell'assetto  organizzativo il  cui valore sta nella testimonianza della loro rappresentazione; basta vederli, questi personaggi senza sorriso brulicanti sulla tela, per fare supposizioni e trarre le opportune conclusioni.

 

Così, mi capitò qualche anno fa, nel 2009, descrivendo Giochi di bambini  di Brueghel su “Agenzia Radicale”, di ripensare in chiave simbolica un fenomeno che vivevamo a  suo tempo e che purtroppo non differisce di molto da quello che viviamo adesso. Tre tre giù giù è un gioco doloroso di ragazzi che saltano sadicamente sopra la schiena di loro coetanei cercando, con il loro peso, di farli cadere (facendogli anche male).

 

Oggi, non in un quadro ma nella realtà, in una disastrosa crisi economica vediamo cadere pezzi della società sotto il peso di una parte di privilegiati, che irrazionalmente vivono nel lusso a spese di chi li mantiene sulle proprie gambe; sempre meno gente che disperatamente regge ancora con sacrifici disumani un contesto di parassiti che si appesantisce sempre più. Uno stillicidio di sopraffazioni e di estorsioni che non offre prospettive rassicuranti, frutto di soluzioni economiche e pratica politica irresponsabili: “Giochi di bambini”, sì, ma fatti da grandi a danno di tutti, dove chi sta al governo si sentono e addirittura vengono considerati dei “grandi della politica”.

 

Giovanni Lauricella

 

 

Brueghel. Meraviglie dell’arte Fiamminga

Chiostro del Bramante , Roma

dal 18 dicembre 2012 al 2 giugno 2013 

 

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* Fonte di ispirazione per  il pittore videomaker Lech Majewski in I colori della passione video esposto recentemente a  Digital Life 2012 - Human Connections al MACRO di Roma. La  scena  riproduce  il noto quadro di Burghel  La salita al Calvario (1564): Passione di Cristo Ambientata nelle Fiandre del XVI secolo, sconvolte dalla brutale occupazione spagnola. La spettacolarità di questo video sta proprio nell'analisi delle singole scene del quadro che nel video è in parte animato, si sviluppano e si intrecciano sullo sfondo di un paesaggio suggestivo e surreale popolato da oltre cinquecento figure. Tra di loro, oltre al pittore, ci sono l’amico e collezionista d'arte, Nicholas Jonghelinck (Michael York), e la Vergine Maria (Charlotte Rampling).


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