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21/11/24 ore

Natura e arte in Certosa: ortus artis e fresco bosco


  • Giovanni Lauricella

Notoriamente tra i radicali non ci sono proseliti della clausura, e men che meno tra i cultori dell'arte contemporanea, che non sembrerebbe argomento da affrontare qui, anche se l'esperienza che ho avuto recentemente me lo ha riproposto in una veste insolita.

 

Attratto dall'imponente bellezza della Certosa di Padula, fondata da Tommaso Sanseverino nel 1306, mi sono dedicato ad una visita a questo straordinario luogo che vanta di essere la seconda Certosa più grande del mondo, con il più grande chiostro del mondo e le numerose bellezze barocche che contiene dietro le splendide facciate: la preziosissima biblioteca con le ceramiche di Vietri, la cappella, la maestose scale, la grandissima cucina e la cantina dalle enormi botti, gli affreschi ecc. ecc.

 

Anche se ne percorri solo una piccola parte resta comunque una visita impegnativa per il fatto che hai tanto da scoprire in quei ben 51,500 mq che sono la superficie del convento. Senza voler fare concorrenza alle numerose guide che ben spiegano la storia e tutte le ricchezze di cui è fatta la Certosa, ricordo che è anche museo archeologico provinciale della Lucania occidentale,- che custodisce reperti delle necropoli di Sala Consilina e di Padula e sorpresa delle sorprese, cosa che pochi sanno - è anche museo di un' impressionante quantità di opere di arte contemporanea.

 

Si, perché nel periodo 5 settembre 2008 - 8 gennaio 2009, vi si è svolta un importante manifestazione artistica “Natura e arte in Certosa; ortus artis e fresco bosco” a cura di Achille Bonito Oliva, che ha convogliato in questo luogo fuori mano da iniziative del genere una quantità imponente di opere di famosissimi artisti contemporanei,promossa dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino e realizzata con i fondi della Regione Campania – ospiterà i lavori di artisti come Francesco Arena, Chiara Camoni, Flavio Favelli, Marcello Cinque, Matteo Fraterno, Giancarlo Neri, Pietro Costa, Franco Silvestro, Bartolomeo Migliore, Francesco Bocchini, Krzystof Bednarski, Giuseppe Capitano, Pietro Fortuna, Lawrence Carroll, Gabriele Basilico, Lucia Lamberti, Shai Frish Peri, Paolo Picozza, Sergio Picciaredda, Lorenza Lucchi Basili, Gianfranco Baruchello, Mary Zygouri, Luca Campigotto, Raffaela Mariniello, Francesco Acone, Mauro Di Silvestre, Luca Padroni, Umberto Scrocca, Domenico Mennillo-Lungrabbe, Guidarello Pontani.

 

La cosa anomala è che la mostra, così come era è rimasta, come se fosse congelata, solamente restando chiusa al pubblico. L'ho scoperto quando mi sono imbattuto nella visita al gigantesco chiostro che aveva negli ingressi delle numerose stanze laterali, che in passato erano le residenze dei monaci, i cartellini dei nomi degli artisti che erano in esposizione.

 

Lo strano è che i locali dell'esposizione sono quelli che erano rigorosamente chiusi in quanto erano gli appartamentini dei monaci di clausura, e ora sono di nuovo chiusi perché adesso in clausura ci hanno messo le opere di arte contemporanea, ibernate per aspettare chissà quale nuova vita. Vi sembrerà che dico uno sproposito, ma non c'è una più grande e più significativa installazione di arte contemporanea concettuale come questa in tutta la penisola.

 

Più che un' installazione, la mostra stessa è un monumento alla situazione di stallo in cui si trova l'arte contemporanea, adesso aggravata dai tagli imposti dall'invincibile crisi finanziaria. Chi aveva pensato di fare un capolavoro del genere? Di certo non gli ignari Achille Bonito Oliva e gli altri organizzatori di “Natura e arte in Certosa; ortus artis e fresco bosco” , che per quante iniziative sfornano non si ricorderanno tutto quello che hanno fatto quattro anni fa.

 

Insomma, siamo di fronte a una mostra abbandonata, ad un evento che non ha termine, a un monumento nel monumento, ad un' opera concettuale frutto del concorso di tanti importanti artisti. Dobbiamo darne il merito alla “intelligenza” delle amministrazioni, vittime di mali che da un' eternità affliggono i beni culturali.

 

Se si doveva dare un incarico a qualcuno per fare un' opera di grandi proporzioni per denunciare i mali della cultura con un' installazione che esprimesse al meglio tale disagio, non ci sarebbe stato un risultato così efficace e grandioso come quello creato alla Certosa di Padula, famosa in passato per l'operosità dei suoi monaci di clausura e adesso famosa per l'inoperosità di chi si dedica all'arte contemporanea.

  

Natura e arte in Certosa; ortus artis e fresco bosco.

A cura di Achille Bonito Oliva

Chiesa di S. Lorenzo, Padula, Salerno.

Dal 5 settembre 2008 al 8 gennaio 2009 (e tuttora visibile a richiesta)

 

 


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