Da quando il sociologo Zygmunt Bauman ha introdotto la globalizzazione nella rivista Economist nel 1962 e nella sua sterminata produzione libraria con la pubblicazione di Liquid modernity nel 2000, parlare di stati, nazioni e aree geografiche è diventato sempre più scomodo, quasi una autodenuncia di limiti culturali che sarebbe meglio nascondere.
Dall’alto di questa riuscita analisi sociologica che ha dato un successo planetario a tale teoria si è accettata la consapevolezza del detto popolare “Tutto il mondo è paese” che le nonnette ci ricordavano con un sospiro ogni qual volta si costatava che non c’è niente di nuovo sotto il sole. Livelli di conoscenze abissalmente differenti che lo stesso Bauman,verso il quale ho una profonda ammirazione, con le sue spiegazioni non saprebbe colmare.
Così al Rvb Art Gallery ci troviamo in mezzo a una serie di quadri che ci fanno piombare dentro un confronto serrato tra Italia e Spagna, che addirittura si misura sul tema del toro ovviamente nella corrida, memoria di sangue versato per affermare la fanatica supremazia dell’uomo sugli animali a fomentare tripudi dagli spalti nel veder morire incolpevoli ignare e splendide creature. E se prima non sono riuscito a strapparvi un sorriso, adesso una riflessione d’obbligo va fatta su uno degli aspetti culturali più controversi che la grande e nobile Spagna ci ha dato con la corrida, uno spettacolo che forse sarebbe stato meglio non offrire mai.
Come ironicamente ho detto prima nell’introduzione, non c’è da preoccuparsi, perché l’uomo è capace di spiegare e giustificare qualsiasi cosa, ed è forse in questo che rivela la sua grande abilità nel condurre al fine voluto le attitudini umane e il mondo intero, relegando i diversi, gli animali, nella subalternità che lo ha eletto a dispotico padrone.
Così pare che le pennellate degli artisti, con fini esclusivamente artistici, concorrano a darci quella risolutezza che invece indugia nella mente, spesso bloccata dall’etica e dalla castrante cultura, dalle elucubrazioni teoriche e peggio ancora da tabù e pregiudizi.
Azioni e movimenti, in susseguirsi quasi turbinante tale da far eccitare anche la più spenta fantasia, una carica di emotività che non sembra distinguersi in differenze sostanziali tra italiani e spagnoli, ugualmente protesi a realizzare quadri dagli sferzanti scenari cromatici che vanno “dalle suspense surreali di Nicola Pucci alle trasfigurazioni liquide di Evita Andújar e a quelle violente di Massimiliano Carollo; dall’irriverente ironia di Dalila Belato alla poetica del sentimento di Luca Crivello; dalle bizzarre metamorfosi di Martínez Cánovas si attraversano le rivelazioni luminose di Roberto Calò per arrivare infine alle terse e nostalgiche atmosfere di Luis Serrano”. Italiani e spagnoli, palermitani e madrileni, pittori contendenti di quell’ambito che la tela offre loro per esprimersi, che il valore dell’arte aggiudica loro come premio.
Giovani esordienti, ma con già alle spalle ragguardevoli e prestigiosi risultati che li fanno già essere le nuove promesse dell’imminente scena dell’arte, compongono un’ottima selezione di artisti, che fanno di questa collettiva un’ interessante rassegna.
Per i cultori dell’arte pittorica ancora una tappa d’obbligo da non mancare.
Madrid – Palermo
Nicola Pucci, Evita Andújar , Massimiliano Carollo, Dalila Belato, Luca Crivello,
Martínez Cánovas, Roberto Calò, Luis Serrano
RvB arts
Dal 19 maggio al 18 giugno
via delle Zoccolette 28
via Giulia 193
00186 Rome
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