Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/12/24 ore

Sabaudia, la metafisica Paola Pavone al Museo Emilio Greco



A Sabaudia, al Museo Emilio Greco, dal 19 al 25 luglio turisti e residenti hanno potuto ammirare l’interessante mostra di Paola Pavone. Tarantina di nascita, da molti anni vive e lavora a Roma dove nel2006 cominciò a frequentare corsi di pittura popolare (UPTER).

 

Come afferma il critico Lino Di Stefano, l’artista è “dotata di una innata sensibilità per le questioni dell’arte, essa è  incline ad analizzare quelle tematiche aventi, in particolare, come soggetti i paesaggi e le immagini della realtà.

 

Componenti che saltano subito agli occhi già ad una semplice ricognizione dei lavori, tutti indovinati e tutti qualificati da efficaci degradazioni dell’intensità dei colori che spesso rimandano a motivi impressionistici di singolare valenza creativa viste, appunto, le sfumature che dominano nei quadri conferendo ad essi riusciti effetti espressivi dai quali si ricavano gli opportuni giudizi di valore”.

 

Davvero interessante le sua descrizione di alcune opere, in particolare di “Barche sul fiume, con i contorni di alberi e una barca all’approdo caratterizzati dai toni giallo-azzurro-verdi dolcemente confusi fra loro, al quadro ‘In attesa della prossima stagione’ da cui emergono su una spiaggia solitaria sia degli ombrelloni ammainati, sia una donna, vestita di nero, appoggiata ad una sdraio mentre, malinconicamente, scruta l’orizzonte sempre in un contesto di smorte - ma non riduttive - tonalità.

 

In tale lavoro, la sagoma della donna ha un effetto potente e sicuro anche perché incarnante un clima di tristezza che rimanda al male di vivere dell’essere umano;  il tutto, in linea col tenore dell’ambiente circostante”.

 

Altre opere citate da Lino Di Stefano sono: “Ingresso in città con navetta”, in cui spicca il guidatore con un ampio cappello giallo, “Palmeto” piante tropicali un tempo molto presenti a Sabaudia ora quasi tutte distrutte, “Remi al sole” con uno specchio d’acqua azzurra e barche appoggiate sulla riva. “Tramonto” in toni di grigio, giallo e rosa, con ombrelloni e una bandiera che sventola, “Via dei casali di Paola” con uno sfondo dai colori sfumati contro il quale risaltano un ponticello su un corso d’acqua e due simboli geometrico-metafisici.

 

“Le menzionate tele rappresentano solo una parte dell’ampia produzione della artista di Taranto- come sottolinea Lino Di Stefano - le cui qualità di pittrice si dimostrano originali non solo per i soggetti felicemente ideati, ma anche per la non meno genuina tecnica che trova nel cromatismo e nelle relative sfumature l’estrinsecazione di quell’arte figurativa che si chiama dipingere”. 

 

A parte alcuni simboli metafisici e qua e là forme geometriche, le opere di Paola Pavone in verità non mi ricordano le opere del grande De Chirico. Credo che l’arte debba suscitare emozioni, secondo quanto affermarono poeti e artisti Romantici: in effetti  ammirando le opere di Paola Pavone, ho ritrovato in esse l’amore per Sabaudia e talvolta il fascino un po’ melanconico che la caratterizza, soprattutto sul finire dell’estate, quando noi villeggianti ci prepariamo a lasciarla con un po’ di nostalgia per i bei momenti trascorsi qui durante l’estate…

 

 Giovanna D’Arbitrio

 

 


Aggiungi commento