Spazio Nuovo presenta 13 fotografie di New York, Milano e Napoli, proposte nella mostra “Orizzonte verticale” dalla fotografa Camilla Borghese.
La foto architettonica è un genere che ha affascinato tantissimi artisti. Parte del Gran Tour era proprio dedicato agli schizzi sulle architetture italiane che - allora che andava il gusto classico - riempivano i diari di molti visitatori.
Camilla Borghese fa la “stessa cosa” inventandosi un viaggio per il mondo dove riporta, questa volta nelle foto di grande formato, le sue impressioni. Appare irriconoscibile, dati i punti di vista insoliti, il tema prescelto, ovvero, le architetture più prestigiose al mondo viste con un occhio tutto speciale, così da ripresentarli in nuova veste. Outline, contorni, bellezze che danno importanza alle strade più famose ma che a pensarci non sono proprio tali.
La forma celata di quanto l’uomo sia responsabile della nefasta sottrazione alla natura degli spazi necessari è l’architettura, disciplina che edulcora il male con piacevolezze che coinvolgono l’ignaro spettatore in una complessa manipolazione intellettuale sino a lasciarlo soddisfatto del danno.
Ciò fu operato negli anni ’30 da Frank Lloyd Wright con “Fallingwater”, La casa della cascata, nei confronti della natura, che non ha tardato a vendicarsi rendendola inabitabile.
La parte più devastante dell’orma ecologica dell’uomo è contemplata da Camilla Borghese in una ricostruzione estetica tesa a offrire uno spettacolo di piacevolezza. Sono scorci, prospettive, visioni molto pronunciate, sguardi estremi di quello che compone lo scenario della città, che escludono l’uomo, la natura e, salvo qualcuna delle immagini, anche il cielo. Ritratti di facciate, immaginarie facce di quello che è il manufatto.
Cemento, ferro, vetro, compongono ipotetici visi solenni di chi imperiosamente rivendica la presenza. Maschere dell’umanità negata, di cui, infatti, non si avverte la presenza che sembrano disabitate. Ossessione che si esprime in superfici occupate di materiali che costruiscono lo scenario della vita sulla terra.
Negarle è impossibile; Italo Calvino compose una versione blasfema di quello che più ci opprime, di quello che più ci limita, tracimando nella poesia, unica sponda possibile a una falsa concezione.
Scorrendo con lo sguardo lungo la sala della galleria Spazio Nuovo, fondata da Guillaume Maitre & Paulo Pérez Mouriz nel 2010 che di questa mostra sono anche i curatori, hai la sensazione di dialogare con queste maschere di civiltà che ci rappresentano: AT&T Bulding, Sony Bulding, National September 11 Memorial, Citycorp, Casa Rustici Terragni, Chiesa del Gesù Nuovo, Grattacielo Italia ecc. ecc.
Apparenze che non sono la vita, umanità distratta, resa assente e forse nemmeno ipotizzata. Le guardi con ammirazione, segui l’intento visivo di Camilla Borghese che con il visore della macchina fotografica te le fa trovare in una grande carta di atlante geografico.
Ed è la fotografia che ti parla di questo mondo dove sei e che scopri come nuovo.
Outline
Camilla Borghese
Curatori: Guillaume Maitre & Paulo Pérez Mouriz
Testo critico di Serena De Dominicis
Dal 6 giugno fino al 7 luglio 2018
Galleria Spazio Nuovo
Via d’Ascanio 20, Roma.
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