di Adriana Dragoni
Quella che vado a raccontare è una storia di vita vera, d'arte e d'amore. Due i personaggi: un uomo e una donna, tutti e due napoletani. Che tessono tra loro uno stretto rapporto durato quaranta anni.
Lui è Armando De Stefano (1926/2021), professore accademico e pittore, che, partendo da Napoli (Capodimonte e l'Archeologico), è diventato celebre nel mondo: la Biennale di Venezia, i musei prestigiosi dal Puskin di Mosca, a quelli di New York e Chicago, dal Medio Oriente al nord Africa.
Creava personaggi realmente vissuti traslati nel mondo fantastico: Masaniello, Murat, Miguel de Cervantes, o riprendeva quelli di fantasia facendoli rivivere a volte insieme a lui autocelebrandosi (“Re ed Io”).
Il personaggio femminile è Marisa Ciardiello, una scultrice già allieva dell'Accademia napoletana, in mostra (Presenze), venerdi 20, nella galleria FRAME Ars et Artes, corso Vittorio Emanuele 525 a Napoli.
Qui i suoi lavori risaltano sul tutto bianco animato dalle opere in mostra; di lato un ambiente chiuso da una parete di libri, un tavolo con delle sedie per potersi accomodare, riflettere e scambiarsi opinioni. Tra i visitatori, sorrisi, saluti, rivedendo a volte amici perduti di vista.
In mostra c'è anche un' opera in gesso di Marisa Ciardiello, che, allieva di Emilio Greco all'Accademia, da giovane ne ebbe il ritratto, dolce ed espressivo, dove appare bellissima.
Altre immagini, scavate dentro, rimangono vuote ma la forma che lasciano è perfetta: è un uomo, un busto maschile: quello amato? certo studiato e naturalmente poi realizzato.
Quattro figure di lucente metallo si flettono, fremendo nel luccichio dell'argento, bellissime, non completamente realizzate eppure personaggi perfetti, completi, vivi, parlano della bellezza di un mondo iperuranio.
Un personaggio è un corpo maschile disteso dormiente, bello. Di lui rimane la forma ma è vuoto di materia. È pura immagine. Accanto ha il suo doppio con la testa girata nell'abbandono della posa.
Altri corpi vuoti ci danno le spalle perfetti nel loro essere sculture viventi è un invito a guardarli per poi comprenderli dopo averli osservati.
E poi ci sono i dipinti in grandi pannelli alle pareti. Sono visti di faccia prospetticamente, un viso insieme ad altri visi in coro: un coro di visi generalmente di profilo; accompagnati da altri visi, che lo guardano e commentano.
Il tutto è giocato sul bianco e sul grigio. Sono immagini raffinate ma ugualmente espressive come fatte di sangue, di carne. Sono guardate con i sensi visi e il desiderio di conoscere il loro mondo ancora misterioso.
“Presenze”
mostra di Marisa Ciardiello
a cura di Paola Pozzi
Testi critici di Olga Scotto di Vettimo e Giacomo Franzese
Framearsartes
corso Vittorio Emanuele 525
Napoli
Sculture in bronzo, alluminio e piombo aperte, quasi aeree. Gessi che appaiono insufflati di vita e disegni riflettono sull’attualità alla luce del proprio vissuto.
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