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20/11/24 ore

Venezia. ’Sospensione tra Acque e Società: Il colore del cambiamento’, collettiva d’arte contemporanea a Palazzo Pisani Revedin. Conversazione con la curatrice Loredana Trestin



di Giulia Anzani

 

Nel cuore di Venezia, a Palazzo Pisani Revedin, il 16 novembre si è inaugurata la mostra “Sospensione tra Acque e Società: Il colore del cambiamento”, un evento artistico internazionale che arriva in chiusura della Biennale di Venezia 2024, con opere esposte fino al 30 novembre. 

 

Curata da Loredana Trestin con l’assistenza di Maria Cristina Bianchi e di tutto il team, e promossa da DivulgArtiin collaborazione con Agarte - Fucina delle Arti, la collettiva ospita opere di circa quaranta artisti, metà dei quali provenienti da contesti internazionali, in un progetto che esplora le infinite sfumature del cambiamento in una narrazione unica.

 

La sede dell’esposizione, Palazzo Pisani Revedin, aggiunge fascino ed eleganza all’evento. Quest’edificio storico, situato in calle San Paterniàn nel Sestriere San Marco, è oggi un vivace centro culturale grazie alla visione del cultural manager Samuel Sarkis Baghdassarian

 

Dal 2021, le sue sale sono diventate un luogo di incontro per arti visive, musica e letteratura, offrendo uno spazio che unisce passato e presente in una perfetta sintesi tra tradizione e contemporaneità.

 


 

Visitare questa mostra, significa entrare a far parte di un percorso vibrante che si snoda tra le diverse interpretazioni del concetto di trasformazione. Ogni opera esposta racconta una storia, un frammento di vita o un pensiero che l’artista ha tradotto in un messaggio universale. È un viaggio in cui il visitatore si confronta con identità, paesaggi e visioni interiori, riflettendo su come il cambiamento possa essere non solo necessario, ma anche straordinariamente creativo. 

 

Ho avuto modo di assistere all’allestimento della mostra e di intrattenere una  interessante chiacchierata con la curatrice del progetto e presidente dell’Azienda DivulgArti,  Loredana Trestin, figura di spicco del panorama culturale italiano e internazionale, dalle cui parole emerge chiaramente la sua visione inclusiva e trasversale dell’arte. 

 


 

Per prima cosa, grazie di questa intervista. Mi fa piacere perché posso esprimere a un numero maggiore di persone il mio lavoro e i miei obiettivi”, esordisce. “Mi occupo di arte da tantissimi anni, quasi quaranta, e il mio percorso professionale si è sempre basato sul mettere come cappello iniziale la cultura. Ogni personaggio io abbia intervistato, ospite nel Salotto a palazzo dei Rolli a Genova, è stato in modo politico, apartitico e areligioso. 

 

ùQuesto perché, secondo me, bisogna dare voce a tutti. Poi ciascuno fa le proprie valutazioni: io ho le mie idee ma non le utilizzo per quanto riguarda la mia professione, sono assolutamente a-parte. Però ritengo, quello sì, che ci sia bisogno di parlare. Il dialogo è alla base di qualsiasi buona riuscita, è rispetto degli altri. L’arte è un modo di parlare, un linguaggio. Penso al modo di dire “un lavoro fatto ad arte”, cosa vuol dire? Ottimizzare tecniche, creatività per ottenere un risultato che sia il più soddisfacente possibile. “È fatto come un’opera d’arte”, in pratica”.

 


 

Parlando della nostra mostra qui a Venezia”, continua,“ci troviamo qui a Palazzo Pisani Revedin in piazza Manin, che ospita anche eventi della Biennale di Venezia: insomma, si respira arte! Noi arriviamo un po’ in chiusura della Biennale, spero in modo profittevole. Abbiamo una serie di artisti, circa una quarantina, e la metà di loro viene da tutto il mondo. Ho un team di lavoro molto coeso, tutte molto giovani al contrario di me”, dice sorridendo. 

 

C’è uno scambio tra di noi: io dò l’esperienza che ho accumulato in decenni di attività, loro mi danno la voglia di fare, di utilizzare e sperimentare cose nuove. È veramente un dare e avere”, dice e l’entusiasmo che traspare dalle sue parole mi fa capire quanto tenga a questa - evidentemente proficua - collaborazione e mi fa pensare, ancora una volta, alla preziosità dello scambio generazionale.

 


 

Per quanto riguarda il titolo dell’esposizione, “Sospensione tra Acque e Società: Il colore del cambiamento”, mi racconta: “Siamo in una città, Venezia, dove la trasformazione è stata sempre una chiave di lettura della stessa, proprio perché sorge sull’acqua. I basamenti delle case, tutto quello che avviene costantemente, che abbiamo visto nei decenni e ha costretto a prendere delle precauzioni… si è sempre trattato di trasformazioni. 

 

Ma c’è di più: noi parliamo di Acque e Società. L’acqua, per la fisica quantistica è qualcosa di di estremamente vivo. L’acqua ha una sua memoria, che si trasforma costantemente, perché è basata sulle informazioni che riceve e che sono sempre attuali. Ecco che c’è una trasformazione”. 

 


 

E in effetti, Venezia è il palcoscenico ideale per quest’esposizione legata al fil rouge del mutamento: non esiste città che rappresento il cambiamento più di questa, sospesa tra acqua e cielo, tra passato e futuro. E poi l’acqua è la sua forza e la sua fragilità, una presenza che si trasforma continua e che ha plasmato l’arte e la cultura di chiunque vi sia avvicinato. È affascinante il modo in cui la mostra si lega al contesto veneziano, come cornice ma anche come parte integrante del messaggio.

 

Il colore del cambiamento fa riferimento al momento che stiamo vivendo: un momento, a livello sociale e mondiale, con avvenimenti continui. Li stiamo osservando e vediamo un cambiamento sostanziale nella presa di coscienza, nella visione futura. 

 


 

Certo, c’è sempre chi rimane indietro e si fa tirare… ma la maggior parte delle persone, la marea, l’acqua dell’umanità si muove in modo velocissimo. Ed è ciò che mi ha fatto riflettere su questa mostra”, mi dice, “gli artisti hanno basato le loro opere sul concept del cambiamento in modo estremamente particolare. 

 

Hanno fatto diventare le loro opere un messaggio di trasformazione, che può essere d’identità, di paesaggio, spirituale… insomma, ognuno ha interpretato a modo suo. Il denominatore comune di questa mostra. Hanno focalizzato un momento di vita, un momento passato, quasi un diario giornaliero, ma lo hanno interiorizzato.

 

 

 Quindi non viene fuori il frame del momento, quel piccolo momento che rimane sia in pittura che in fotografia, che rimane bloccato nel tempo. Anche questo loro modo di interpretare è trasformazione. E questo fa della mostra qualcosa in movimento. Anche nelle stanze che abbiamo percorso poco fa”, continua indicandomi con un cenno la porta attraverso la quale siamo passate,“c’è una trasformazione di pensiero. Tutto lì”, conclude ringraziandomi. Ma sono io a ringraziare lei per aver condiviso una visione tanto profonda e stimolante, capace di tradurre l’arte in un mezzo di dialogo e di crescita collettiva.

 


 

Perché solo un’esposizione di opere incredibili, ma una dialogo continuo tra artista, spazio e pubblico. L’energia sprigionata sembrava animare ogni angolo: ciascuna stanza ha la sua voce, ogni opera il suo ritmo.

 

Un’esperienza che va oltre l’arte, un percorso che invita a riflettere sulle trasformazioni che plasmano le nostre vite, il nostro ambiente e il nostro pensiero. In una città come Venezia, che da sempre vive sospesa tra innovazione e conservazione, questo messaggio risuona con una forza ancora maggiore. 

 


 

Un’occasione da non perdere per chi ama l’arte, la cultura e la riflessione. Questa meravigliosa mostra offre un’opportunità di vivere l’arte come qualcosa di vivo, che evolve insieme a noi. Perché, alla fine il cambiamento non è solo un tema da esplorare: è l’essenza stessa della vita.

 

Gli artisti in esposizione sono Amomì, Paola Battello, Susan Biasca Gil, Michela Chiarizio, Ekaterina Chorina, Daniele De Luca, Antonella Iris De Pascale, Rosanna Di Fiore, Martina Di Russo, Alessia Fardin, Fede_92, Rosella Giorgetti, G-M, David Guez, Leonor Hochschild, Magda Igyártó, Diana Isabella, Kannamuris, Kateryna Khapilina, Dora Kovacs, Martin Kralj, Andrea Kraus, Andrea Kraushofer, Marija Lalosevic, Lorenzo Lombardo, Giovanna Magri, Alessio Marzola, Bernhard Meixner, Federica Anna Molfese, Lucia Novelli, Gerti Papesch, Fabio Pini, Maurizio Pittarella, Bashlian Raffi, Reddy, Lisa Smith, Soffi d’arte, Emma Testa, Matteo Tomaselli, Zahara

 

 

 

 

 

Sospensione tra Acque e Società: Il colore del cambiamento

 

Dal 16 al 30 novembre 2024
Inaugurazione sabato 16 novembre alle ore 17:30
Sede espositiva: Palazzo Pisani Revedin, Centro Culturale Futures Arts Gallery, Calle San Paternian – San Marco 4013/A 30124 Venezia
Orario mostra: Tutti i giorni eccetto il lunedì dalle ore 10.30 alle ore 13.30 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30.
Cura e direzione artistica: Loredana Trestin
In collaborazione con: Alessandro Giansanti – Agarte – Fucina delle Arti
Assistente curatore: Maria Cristina Bianchi
Responsabile organizzazione: Valentina Maggiolo
Segnalatori d’arte: Ludovica Dagna, Giulia Lanza, Anna Poddine, Beatrice Sorlino, Marta Zugarelli
Art direction e web: Anna Maria Ferrari, ARTEMISIAONLINE.EU
Social media manager: Anna Poddine

 


 

 


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