In scena dal 31 gennaio al 12 febbraio 2017 al Teatro Quirino di Roma, “Luci della ribalta” è una fedele trasposizione teatrale del noto capolavoro cinematografico di Charlie Chaplin. Frutto di un lungo periodo di trattative da parte dello stesso protagonista dell’opera riprodotta, Antonio Salines, al fine di ottenere l’autorizzazione alla rappresentazione su palco della famosa pellicola, lo spettacolo restituisce al pubblico il sapore malinconico che negli anni ’50 il film seppe mirabilmente comunicare.
La regia di Giuseppe Emiliani, volutamente conforme a quella dell’originario creatore londinese, ripercorre ogni tassello narrativo e semantico della storia, che attraverso la vicenda dell’incontro tra un anziano clown decaduto e una ballerina triste che non vuol più vivere indaga il senso profondo delle relazioni e le pungenti contraddizioni dell’arte, nella sua crudele capacità di nutrire e nobilitare l’uomo e al contempo di costringerlo a sottostare alle ingiustizie sociali, alla precarietà degli eventi, al giudizio instabile ed effimero di un pubblico che facilmente dimentica, che facilmente sostituisce.
Calvero è l’archetipo della transitoria grandezza del palcoscenico e più in assoluto del complesso mondo dello spettacolo, dove un attore comico, come lui, può saper regalare risate per una vita intera e venir messo da parte in una sola serata. Dove il costante sforzo dell’apparire non collima mai, o quasi mai, con il proprio reale sentire. “Che tristezza dover essere buffi per forza”, sospira. Ed ancor più triste ricordare di aver fatto ridere qualcuno che oggi non ride più.
La vita, spogliata di qualunque illusione. E’ in quest’ottica che si inserisce l’arrivo casuale di Terry, le cui gambe che un tempo danzavano non riescono più a muoversi. Perché nulla, che giunga da dentro, dà loro motivo di farlo. Un altro percorso, un’altra ignara testimonianza di quanto poco il destino sappia essere indulgente. Sarà proprio Calvero, con il suo accudimento generoso, con il suo sostegno senza condizioni e la sua tenacia struggente, a restituire alla ragazza l’uso del corpo, la leggerezza, la voglia di vivere.
Emozionante l’interpretazione di Antonio Salines, capace di evocare quella rara mistione di commozione e divertimento che era grande parte del fascino del teatro di una volta, inserita in un contesto scenografico di forte impatto scenico, dove ombre e luci riflesse incorniciano idealmente l’incantato connubio tra realtà e immaginazione. Terry si innamora di Calvero. O crede di esserlo. Calvero recupera fiducia in se stesso e torna sul palco. Ma anche l’amore non è di facile lettura, e confonderlo con la gratitudine o con un profondo senso d’affezione è un rischio possibile, spietato.
Ecco allora riaffacciarsi nel destino della dolce ballerina il bel musicista amato un tempo: il giovane Neville, con il volto del talentuoso e appassionato Luigi Biava. La sua elegante intraprendenza non resta inascoltata, gli eventi e la sorte lo avvicinano a Terry, Calvero stesso sceglie di farlo. Perché per un uomo della sua età la verità è tutto. Ma è davvero così facilmente individuabile, questa supposta “verità”? In fondo la vita non è che un’abitudine disperata, un palcoscenico su cui recitare la propria parte. E a un certo punto non resta che andarsene. Così, silenziosamente. Mentre qualcun altro ha già preso il nostro posto. Magia delle luci della ribalta.
Regina Picozzi