di Regina Picozzi
Dal 26 aprile al 7 maggio prossimo è in scena al Teatro Argot Studio di Roma “Senza Glutine”, spettacolo nato da un testo di Giuseppe Tantillo, autore palermitano che ne ha curato la regia insieme con Daniele Muratore e che è presente anche sul palco in qualità di attore.
Bugie, disillusioni, attaccamento, tenerezza. Attrazione ed innamoramento. Tutto si mescola nella ricerca non riuscita di un legame stabile. Di una relazione che diventi rapporto. O magari, addirittura, famiglia.
Fran e Lisa, Paolo e Felicia. Le loro storie, apparentemente parallele e distanti per età e percorso, trovano un piano comune ed una triste evidenza di vicinanza nell’incomunicabilità: quella che ad una prima lettura verrebbe da definire, banalmente, “di coppia”. Ma che nella realtà e ad un livello più profondo non è altro che l’incapacità di percepire l’altro, di comprenderne i bisogni, di preservarne l’entusiasmo e la leggerezza.
“Ci si stanca sempre per lo stesso motivo per il quale si è storto il naso la prima volta”, afferma uno dei personaggi. E così ci si convince, senza poi tanto sforzo, che la maggior parte dei fallimenti sentimentali possa essere prevenuta, evitata. Semplicemente ascoltando con maggior attenzione le prime frasi pronunciate dall’altro. Se ciò non avviene, se non ci si “difende” da subito, il risultato sarà senza dubbio coincidente con un naufragio amoroso e sessuale. Allora non ci si potrà stupire se l’inerzia e la lentezza esistenziale di un trentenne scontento troveranno accoglienza tra le braccia di una donna più grande, la cui maggior diversità è solo ad un primo sguardo quella anagrafica.
Felicia è triste, di una tristezza lontana. “A 50 anni non puoi più innamorarti?” “Di chi non mi ama, no” E mentre cerca di respirare e di lasciare l’uomo che da quindici anni le sta accanto senza più accorgersi di lei, come fosse disarmata si fa trascinare dalla malinconia di ciò che non è stato, dal pensiero dei figli che non sono arrivati (forse non li si voleva neppure, ma alla fine sembra non contare), dall’idea sconfitta che l’amore sia in definitiva “più una questione di tempo che di sentimenti”.
La sua percezione rassegnata dei rapporti e dell’avvenire, mirabilmente trasmessa dalla forza espressiva di Orsetta De Rossi, si trasforma così nella mesta persuasione che si cominci a conoscere chi si ha accanto solo quando non lo si ama più. E poiché lasciarsi è difficile anche quando non si prova più nulla che all’amore stesso assomigli, ci si affida il più delle volte al fluire della vita, su cui fortunatamente l’incapacità di scegliere non riesce ad incidere.
“Non abbiamo nessun controllo”, si tende a pensare. O più probabilmente ci si adagia nel credere. Perché capire di poter invece influire sugli eventi, o per lo meno su alcuni di essi, è pericolosamente faticoso. Se poi consideriamo che i rapporti di coppia, come i singoli individui, sono per loro natura in continua trasformazione esattamente come la nostra flora batterica intestinale (lo sapevate che pare possa agire persino sull’umore?), per poter nutrire la speranza che durino non resta che impegnarsi. Non resta, semplicemente, che amare. Oppure mantenere il più a lungo possibile una dieta comune. Possibilmente “senza glutine”.
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“Senza glutine”
Dal 26 aprile al 7 maggio 2017
Martedì-sabato ore 20.30, domenica ore 17.30
Teatro Argot Studio, via Natale del Grande 27 – Roma
Regia: Daniele Muratore e Giuseppe Tantillo
Interpreti: Valentina Carli, Vincenzo De Michele, Orsetta De Rossi, Giuseppe Tantillo
Scenografia: Francesco Ghisu
Costumi: Alessandro Lai Disegno
luci: Daria Grispino