di G.A.
Dal 26 al 29 gennaio in occasione del Mese della Memoria, oltre2200 tra studentesse e studenti avranno l’opportunità di assistere, presso il Teatro Rifredia Firenze, al debutto de “L’amico ritrovato”: tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore tedesco Fred Uhlman, lo spettacolo è tradotto e diretto da Angelo Savelli dall’adattamento del drammaturgo catalano Josep Maria Miró. La scena sarà tenuta dagli attori Federico Calistri, Mauro D’Amico e Roberto Gioffré, musiche di Federico Ciompi e la canzone dello spettacolo è cantata dal piccolo Pietro Cambiati.
Siamo a Stoccarda, nei primi anni ’30 del secolo scorso.
Immersi nelle loro solitudini, due compagni di classe instaurano una profonda e sincera amicizia, che non bada alle differenze di classe sociale, di cultura e di carattere. È la storia dei due sedicenni Konradin e Hans.
Konradin è il rampollo di una ricca famiglia aristocratica, Hans è figlio di un medico ebreo.
Entrambi allievi del Karl Alexander Gymnasium, i due creano un forte legame che sembrerebbe destinato a durare a lungo. L’ascesa del nazismo mette, però, a dura prova quest’amicizia: la famiglia di Konradin, infatti, è fortemente schierata dalla parte di Hitler.
È questa, in soldoni, la trama. Il romanzo venne pubblicato negli USA nel 1971, e riscosse enorme successo in tutto il mondo. Divenne anche un film, diretto da Jerry Schatzberg. Un’importante testimonianza di un tempo fin troppo vicino, per quanto distante nel tempo.
“Il giorno della memoria e la notte dell’oblio: tra questi due opposti, uno luminoso (per quanto a volte doloroso) e l’altro oscuro (per quanto a volte ostentato alla luce del sole), ci dibattiamo in questa nostra imbelle contemporaneità” - ha dichiarato il regista Savelli - “... Dimenticare è facile, è soporifero, è tranquillizzante. Meglio rimuovere che fare i conti con le nostre a volte imbarazzanti radici. Ma il Teatro no! Un teatro pubblico, un teatro civile, un teatro tanto testimone della contemporaneità quanto guardiano dei valori fondanti della nostra libera società, non gira la testa, non chiude gli occhi. “Teatro specchio del mondo” diceva Shakespeare. Per questo abbiamo ritenuto opportuno portare in scena “L’amico ritrovato” e di proporlo a quelle nuove generazioni che rischiano non solo di non ricordare ma addirittura di non sapere, di non conoscere quanta dolorosa fatica è costata la costruzione del mondo in cui vivono, esponendosi così al rischio di stupidi negazionismi e alle sirene di un tronfio neofascismo. E la scelta del romanzo di Uhlman ci è sembrata tanto più giusta in quanto parla proprio di giovani e parla di una cosa bellissima come l’Amicizia, fondamentale e naturale nella formazione dei giovani quanto difficile tra popoli e culture diverse. Questo è il sentimento — quello dell’Amicizia empatia ed inclusiva — che ci ha guidato nella messa in scena di questo spettacolo, dalla complice sintonia tra gli attori e le maestranze tutte, alla condivisione delle sottili scelte drammaturgie e musicali, dalla comune coscienza di stare insieme non solo per compiere un lavoro ma anche per tenere accesa una luce, al comune disprezzo per l’antisemitismo, il razzismo e le guerre”.
Appendice
Jose Maria Mirò
Autore delle opere Restos del fulgor nocturno (2021), La majordoma (2020), El cos més bonic que s’haurà trobat mai en aquest lloc (2020. XLV Born Award 2020 / Selezionato dall'Associazione europea dei traduttori EURODRAM come uno dei tre migliori testi catalani uscito tra il 2020-21), L’habitaciò blanca (2020), Wild Temps (2017. Premio Max 2019/ Selezionato dall'Associazione Europea dei Traduttori EURODRAM come uno dei tre migliori testi catalani presentati in anteprima tra il 2018 e il 2019), Olvidémonos de ser turistas (2017), Cúbit (2016), La travessia (2015. Premio Frederic Roda 2015), Obac (2014. Finalista XL Born Award 2015), Estripar la terra (2013. Express Author Award – Fundación SGAE 2013), Fum (2012), Nerium Park (2012. Premio Jaume Vidal i Alcover 2013 / Premio Quim Masó 2013), El principi d'Archimedes (2011. XXXVI Premio Nato 2011), Gang Bang (aperto fino all'ora dell'Angelus), (2010/2011. Progetto d'autore residente T6 – Teatro Nazionale della Catalogna) o La dona que perdia tots els avions (2009. XXXIV Premio Nato 2009), tra gli altri.
È anche autore di diverse drammaturgie, tra cui Els homes i les dies (2021) basata sul lavoro narrativo di David Vilaseca; L'Amic retrobat (2019), tratto dal romanzo di Fred Uhlman; L’Aplec del Remei (2016), tratto da zarzuela di Josep Anselm Clavé; Neus Català, Un cel de plom (2015), basato sulla biografia romanzata di Carme Martí; Esperança Dynamite (2014), realizzato con materiale letterario e giornalistico dell'inizio della prima metà del secolo XX; e Com si entrés en una patria (2010), basato sui testi poetici e giornalistici di Joan Maragall.
Le sue opere sono state tradotte in venti lingue (circa 60 traduzioni), sono andate in scena con più di cento anteprime e letture drammatizzate in tutto il mondo, i suoi testi sono stati pubblicati in diverse lingue e inseriti in antologie, tra le quali spiccano: Josep Maria Miró, Teatre Reunit 2009-2018 a cura di d’Arola editors (catalano); l'antologia di cinque opere a cura di Losada, storica casa editrice di Buenos Aires (in lingua spagnola e distribuita in tutta l'America Latina), dov’è il primo autore catalano a far parte della collezione del Gran Teatro; Teatro en tiempos salvajes (2009-2019) della casa editrice Alarcos di Cuba (spagnolo); Teatro della casa editrice Cue Press (italiana); o O teatro de Josep Maria Miró in 4 atos della casa editrice Cândido (Portoghese Brasiliano).
Attualmente è in preparazione un'antologia di tutto il teatro spagnolo presso la casa editrice Punto de Vista e di cinque opere in arabo di Éter Publishing Services. Con El cos més bonic que s’haurà trobat mai en aquest lloc , primo testo del Trittico di l'epifania, composta da tre opere di un unico interprete, diventa il primo autore a vincere tre volte il prestigioso Born Award nei cinquant'anni dalla creazione del premio nel 1970.
Il suo adattamento de L'amic retrobat di Fred Uhlman, tradotto in italiano da Angelo Savelli, sarà l'opera che inaugurerà la prossima stagione 2022-2023 del Teatro di Rifredi a Firenze. Ha diretto i propri testi e anche opere di altri autori come Lluïsa Cunillé o il tandem Jean Cocteau / Francis Poulenc. È laureato in regia e drammaturgia all'Institut del Teatre de Barcelona e in giornalismo al Università Autonoma di Barcellona (UAB). Nell'anno accademico 2015-16 si iscrive al Corso di Laurea in qualità di docente di arti dello spettacolo presso l'Università di Girona. Insegna regolarmente per i corsi all'Obrador de la Sala Beckett ed è impegnato in workshop e seminari nazionali e internazionali.
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