Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/11/24 ore

Politica in Tv, Floris cambia vaso


  • Antonio Marulo

Correva l’anno 2002, quello dell’Editto bulgaro. In ossequio a Berlusconi, la Rai fece a meno di Michele Santoro e nacque Ballarò: il mercato delle idee. Il panico durò poco. Bastarono infatti alcune puntate per comprendere che vale sempre il detto “tutti sono utili, nessuno è indispensabile”, perché anche un Giovanni Floris qualsiasi poteva fare ascolti e servire la causa con un talk tv politico.

 

Da allora, il conduttore giornalista non ha mollato più la presa, ritagliandosi uno spazio intoccabile in ciò che rimaneva di “Telekabul”. Faccia d’angelo e stile diverso dal sanguigno Michele (chi?), gli anni di Floris sono via via scivolati sempre uguali a sé stessi, come uguale è stata la compagnia di giro scientemente cooptata in alternanza nel caotico e starnazzante salottino, facendone la storia.

 

Un po’ come gli attori della soap americana Beautiful, i protagonisti sono così invecchiati col programma e con i fedeli telespettatori, zoccolo dure dei martedì sera a Rai 3. Ogni tanto una new entry ha dato nel tempo un tocco di apparente novità, mentre nuovi personaggi nascevano dal nulla. Memorabile in tal senso l’operazione Polverini, sindacalista Ugl semisconosciuta che a furia di apparizioni, abilmente gestite dal “bravo presentatore”, divenne soggetto politico a tutto tondo da meritarsi poi la poltronissima della Regione Lazio, con i risultati che conosciamo.

 

E come dimenticare il sondaggista di fiducia, Pagnoncelli, di quelli fra i tanti che arrivati al dunque non c’azzeccano mai, eppure stanno sempre lì ad aggiornarci con il loro “scientifico” e costante studio tra le opinioni della ggente. Non parliamo poi dei professoroni di politica, tutta teoria e nessuna pratica.

 

Diciamocelo pure, la formula consunta aveva fatto il suo tempo e viveva una fase di stanca, non avendo più un Berlusconi da bersagliare, tanto che qualcuno parlava ormai di Pallarò. Per questo Floris avrà forse chiesto altro al palinsesto Rai, oltre che probabilmente un ritocchino al compenso. Tanti soldi, forse troppi. Ma per questo, senza fare la morale, è il mercato che decide come è giusto che sia. E nel mercato c’è oggi Urbano Cairo, che vuole fare l’asso piglia tutto a suon di denari.

 

Le prime indiscrezioni parlano di un bel gruzzoletto:  4 milioni e più di euro da investire in tre anni. Mica male. Da fessi rinunciare. In questi casi, tocca però sorbirsi la solita frase all’uopo del diretto interessato: "Rimettersi in gioco è salutare e giusto".

 

Salvo clamorosi ripensamenti, Floris andrà quindi a fare compagnia a Mentana, Gruber & co, in quella che è diventata la TvTalk per eccellenza. Intanto, già risuonano le parole di rammarico per l’addio alla Rai di qualche insospettabile, di quelli che se si permettono ti rovinano involontariamente la reputazione. “Floris va via dalla Rai perché ha avuto il coraggio di fare domande scomode a Renzi? C’è un editto sul conduttore di Ballarò?” si è così strumentalmente chiesto Maurizio Gasparri.

 

In attesa di soddisfare la legittima curiosità dell’ex colonnello di Fini, la Tv di stato già pensa al futuro per rilanciare il teatrino del martedì. Magari, a distanza di 12 anni, si avrà la conferma che per certe operazioni di regime l’uno vale l’altro.

 

 


Aggiungi commento