Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/11/24 ore

Usa, risarcimento milionario per 71 detenuti di Abu Ghraib


  • Livio Rotondo

Da Washington è stata confermata la sentenza di pagamento di cinque milioni e 280.000 dollari come risarcimento per 71 prigionieri sottoposti a torture nella prigione di Abu Ghraib in Iraq, nel periodo della guerra al terrorismo.

 

Il risarcimento avverrà da parte di un’azienda privata, la Engility Holdings con sede in Virginia, che aveva sottoscritto un contratto milionario annuale durante il periodo dell’invasione americana in Iraq (2003), per fornire traduttori da affiancare alle forze armate negli “interrogatori dei prigionieri”.

 

I contractor privati hanno svolto un ruolo di rilievo, ma spesso sottostimato nei peggiori abusi di Abu Ghraib”, ha fatto sapere uno dei legali dei detenuti coinvolti nelle violenze, aggiungendo: “Siamo contenti perché il patteggiamento comporta una qualche forma di responsabilità e dà una qualche forma di giustizia alle vittime”.

 

Fino a questo momento, infatti, le aziende private che avevano collaborato con l’esercito statunitense in attività di intelligence, avevano sostenuto di non poter essere ritenute responsabili. A maggio 2012, però, la corte d’appello di Richmond ha riaperto il procedimento a carico dei contractor, accusati di non aver preso provvedimenti quando, venuti a conoscenza dei metodi utilizzati durante gli interrogatori, avrebbero potuto informare in qualche modo le autorità irachene o lo stesso governo Usa.

 

Le accuse, pesantissime, raccontano di finte esecuzioni con pistole puntate alla testa, minacce di stupro mentre i prigionieri erano incappucciati e incatenati; detenuti costretti a bere acqua fino a stare male o spintonati contro le pareti. Ora questo procedimento potrebbe riaprire le cause nei confronti di altre aziende private che avrebbero collaborato con le forze armate americane in simili situazioni nel periodo della guerra al terrorismo, (conseguente agli attentati dell’11 settembre 2011), come ad esempio la Caci (Arlington- Virginia), che dovrebbe andare a processo la prossima estate.

 

Riccardo Noury (portavoce Amnesty Italia), intervistato in merito da Repubblica Tv, dopo aver ribadito l'importanza del risarcimento come riconoscimento ufficiale del ruolo svolto in tali vicende da aziende private, ha voluto ricordare però la mancata promessa dell’Amministrazione Obama di chiudere la prigione di Guantanamo, considerata simbolo di “una guerra al terrorismo combattuta con il terrore”, che ha minato pesantemente, dalla sua apertura avvenuta l’11 gennaio 2002, “l’impalcatura stessa dei diritti umani internazionali”.


Aggiungi commento