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23/12/24 ore

Coppie gay, Corte di Strasburgo: si possono adottare i figli del partner



Nelle coppie omosessuali l'impossibilità di adottare i figli dei compagni, così come accade nelle coppie eterosessuali, è discriminatoria. E' quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti umani con una sentenza, definitiva perché emessa dalla Grande Camera della Corte, sul ricorso presentato da una coppia di donne austriache: un tribunale nazionale aveva infatti rifiutato la possibilità a una delle due di adottare il figlio dell'altra.

 

Secondo Strasburgo, quindi, l'Austria ha violato l'articolo 14 (divieto di discriminazione) e l'articolo 8 (rispetto della vita familiare e privata) della Convenzione europea dei diritti umani: la differenza di trattamento tra le ricorrenti e le coppie eterosessuali non sposate, spiega la Corte, è basata sull'orientamento sessuale, dal momento che in Austria l’adozione dei figli dei compagni è possibile per le coppie eterosessuali non sposate.

 

Non ci sono, sottolinea altresì Strasburgo, ragioni convincenti che dimostrino che questa differenza di trattamento sia necessaria per tutelare la famiglia o il bambino. Il caso in questione nasce infatti da un paradosso secondo cui la concessione dell'adozione alla partner avrebbe fatto perdere i diritti alla madre naturale, sua compagna.

 

Le due donne, insieme stabilmente da anni, nel 2005 hanno concluso un accordo di adozione per creare un legame legale tra il minore, avuto dalla madre da un uomo con cui non era sposata, e la sua compagna; al momento di far riconoscere l'accordo dal tribunale, questo ha opposto un rifiuto.

 

Secondo il codice civile austriaco, infatti, la persona che adotta “rimpiazza” il genitore naturale del bambino, causando quindi l'interruzione del legame con quel genitore. Nel caso delle due donne, quindi, l'adozione non avrebbe creato un nuovo legame o rimpiazzato quello con il padre, ma avrebbe reciso quello con la madre naturale del piccolo. Da qui, la decisione di ricorrere a Strasburgo. (red)


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