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17/11/24 ore

Belgio, ammazzato di botte in carcere. Il video shock



Lo Stato uccide. Nascoste le carni putrefatte sotto la scura stoffa della divisa, le braccia diligenti del Potere si abbattono incontrollate sul corpo della società delle Conseguenze, innescando paralisi, iniettando veleno. Così lo shock diventa rabbioso disgusto davanti alle incomprensibili immagini di un ragazzo massacrato di botte da poliziotti armati di manganelli e ferocia.

 

Siamo nella provincia di Anversa, nel Belgio fiammingo: Jonathan Jacob, 26 anni, arrestato perchè trovato sotto effetto di anfetamine, viene tradotto nel commissariato di Mortsel. Il giovane mostra un comportamento aggressivo, dicono le autorità; il medico consiglia il ricovero in un ospedale psichiatrico ma il direttore dell'istituto locale rifiuta l'internamento. Meta ultima: la cella.

 

Le telecamere di sorveglianza riprendono un giovane corpo nudo, irrequieto, disperato. Non trova pace, Jacob, così da Mortsel parte una richiesta di aiuto all'equipe di assistenza speciale della polizia di Anversa. Dopo, la luce. Annunciati da un piccolo razzo, un gruppo di agenti in tenuta antisommossa invade quegli angusti metri quadri in cui è rinchiuso l'uomo che scompare sotto la violenza di colpi rapidi, precisi, sistematici. Poi, a corpo immobilizzato, un'iniezione.

 

E' passata una manciata di minuti; quando il medico entra nella cella, di Jacob rimane la staticità spaventosa della morte e una macchia di sangue sulla parete. Il ventiseienne è deceduto a causa di un'emorraggia interna provocata dalle botte, dirà l'autopsia. Una morte invisibile per oltre un anno, mandata in onda ieri sera dal reportage del programma 'Panorama', in onda sul canale di lingua fiamminga 'Vrt'.

 

Un poliziotto e il medico del nosocomio sono stati rinviati a giudizio per lesioni e omissione di colpa. Un altro agente implicato nell'omicidio è ancora in servizio. (F.U.)


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