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22/12/24 ore

Qatar 2022, Amnesty: il 'Mondiale degli schiavi'



Stipendi inesistenti, sequestro del passaporto, minacce, sfruttamento, condizioni di lavoro pericolose: è questo lo stato attuale dei lavoratori immigrati in Qatar, la nazione che si appresta ad ospitare i campionati di calcio 2022.

 

Un evento che è già stato ribattezzato “il mondiale degli schiavi” per il quadro che emerge dall'inchiesta del Guardian prima, e dalle 169 pagine del rapporto di Amnesty International poi, in cui si denunciano i soprusi subìti dagli operai stranieri impiegati nella costruzione delle infrastrutture.

 

Attraverso interviste a oltre 200 lavoratori e una dozzina di rappresentanti governativi realizzate durante due distinte missioni, Amnesty lancia una pesante accusa contro le autorità e le imprese qatarine responsabili di gravi violazioni dei diritti umani degli immigrati, a volte letteralmente “sequestrati”, definiti “animali” e costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, anche con temperature sopra i 40 gradi.

 

Uno scandalo che coinvolge oltre 1,3 milioni di stranieri che lavorano nell'emirato mediorientale, oltre il 90% dela forza lavoro complessiva di uno Stato che sta investendo circa 200 miliardi di dollari nella costruzione di opere in grado di ospitare i Mondiali 2022: tra le imprese coinvolte nello scandalo ci sarebbero anche subappaltatori impiegati dai colossi dell'industria del Qatar, come per ad esempio dalla Qatar Petroleum, l'ente deputato al controllo delle risorse petrolifere.

 

La FIFA ha il dovere di inviare un messaggio forte avvertendo che non tollera alcuna violazione dei diritti umani sui progetti di costruzione relativi alla Coppa del Mondo – avverte Amnesty – E' semplicemente ingiustificabile che in uno dei Paesi più ricchi del mondo ci siano così tanti lavoratori migranti spietatamente sfruttati, privati della loro retribuzione e che lottano per sopravvivere”.

 

“Molti – sottolinea il segretario generale dell'organizzazione umanitaria, Salil Shetty – stanno approfittando di una legislazione permissiva e della negligente applicazione delle tutele a favore dei lavoratori per poterli sfruttare” e perpretare continui abusi, che includono inoltre scioccanti condizioni di alloggio, con persone “che vivono in stanzoni sovraffollati, senza aria condizionata e con le fosse biologiche scoperte”.

 

Secondo la Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc), la frenesia legata alla realizzazione delle strutture per il campionato mondiale di calcio provocherà “la morte di 4000 lavoratori immigrati” prima che il primo pallone venga calciato.

 

E intanto il Qatar, attraverso una nota del comitato organizzatore, ha promesso di inserire il rispetto delle norme come requisito per le imprese impegnate nei progetti.


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