Nel corso della giornata di ieri, due aprile, dall’alba al tramonto, presenza alla grande di “Salvamamme” in piazza De André alla Magliana, nel sud ovest della Capitale, dove l’Associazione, di cui spesso abbiamo parlato, aveva convocato mille famiglie in condizioni di necessità, previo trasporto in zona di una quantità sbalorditiva di vestiario e libri e giocattoli (oltre cinquantamila “pezzi”) da distribuire: una misura adottata in via previdenziale, perché in effetti le presenze sono state molte di più. Evidentemente radio fante ha funzionato…
La gran parte del materiale è stata consegnata, comunque, mentre i residui di tutto questo ben di Dio – frutto della costante (e crescente) generosità dei romani e di tante imprese - sono partiti per la Romania, dove una sinergia con associazioni romene assicura la destinazione.
La consegna del materiale disponibile, organizzata in stand bene organizzati e invitanti, è stata realizzata – in sinergia con la Caritas e con l’opera di centocinquanta volontari, laici e religiosi (giunti anche da decine e decine di realtà organizzate “in rete”: associazioni, enti, parrocchie... I clienti – in particolare quelli vicini all’Associazione da molti anni - sono abituati a rispettare le regole: tutti tranquilli hanno aspettato il proprio turno, con un po’ di simpatica conversazione in un italiano forse un po’ sui generis, arricchito di parole, spagnole, rumene, ucraine, moldave, africane; e in questa occasione sono venuti anche tanti musulmani e anche diversi rom... Molti i nostri connazionali, ma una presenza complessiva, come sempre, multietnica. Solo un paio di tentativi di… prepotenza, subito assorbiti, e alcuni malintenzionati subito individuati e tutti tallonati a vista da tre o quattro… benintenzionati… e cosi si sono trovati costretti a diventare… perfetti.
Ci avevano sconsigliato: troppa gente e poi in periferia (ma piazza De André non è periferia; forse tanti anni fa…). Ci dicevano che ci volevano le transenne e un servizio d’ordine duro. Abbiamo preferito lo stile “Salvamamme” che ha governato l’evento - con l’aiuto della Protezione civile e tanti giovani - con delicatezza e rispetto per la piazza. Che ha risposto allo stesso modo.
Un risultato che è il frutto intanto della presenza di Salvamamme nella città, che consente relazioni variegate e diffuse sia in ambito istituzionale che nella vita sociale di Roma e non meno della massima attenzione ai problemi e alle realtà concrete, ma soprattutto di un operare sulla base di premesse socioculturali veramente all’avanguardia, a partire dalla consapevolezza che la tutela della dignità, del rispetto e della persona è la base prima dell’azione associativa e che nei confronti di quanti provengono da altre nazioni l’opera prestata assume una forte valenza riguardo a un processo di integrazione che dia a tutti la sensazione non di trovarsi isolati ai margini di una società che non li accetta e li tiene fuori, ma di appartenere a una comunità che è pronta a capire, ad accogliere, a dare una mano.
Una fatica enorme per gli organizzatori, che sì hanno speso solo mille euro su per giù, però sono usciti con le ossa rotte e così i volontari, con l’attenzione e la professionalità di veri commessi e commesse specialmente negli stand più affollati, ore e ore senza staccare un minuto: ma la mamma che esce di casa vestita bene non è vista di traverso dai vicini e al supermercato, e il bimbo e il ragazzo che vanno a scuola vestiti decentemente (e spesso assai meglio) e che possono fare sfoggio di un libro interessante e di un giocattolo dernier cri (e che magari i compagnucci non hanno) non finiscono diversi…la fatica c’è, ma è commovente che di tempo in tempo alcuni ventenni - i bimbi di ieri aiutati da una Salvamamme alle prime armi - passino nella sede per un affettuoso saluto… segno di apertura verso la società in cui tutti viviamo.
E poi va sottolineato il ruolo delle associazioni di stranieri più numerose, vero tramite tra nostalgia del passato e coraggio nel presente e con le quali l’Associazione intrattiene un rapporto di vera amicizia e stima; c’è l’attenzione di alcune ambasciate… Salvamamme è ben consapevole della natura e della vastità dei problemi - terribili talora – delle migrazioni, e conosce il ruolo delle istituzioni, a ogni livello; ma è altrettanto convinta che l’opera che svolge abbia un ruolo nella costruzione di una convivenza che deve essere l’obbiettivo di fondo di ogni politica dell’immigrazione, anche perché percorrere una tale strada può dare un contributo essenziale alla soluzione degli altri problemi. Altro che pensare che non si possono accogliere profughi dalle guerre perché non si può dare a tutti un posto di lavoro fisso e il tricamere con due bagni…
C’era il Presidente del Municipio con la fascia tricolore, c’era il Comitato di quartiere, c’era un Vescovo molto attento ai temi della manifestazione; gli abitanti della Magliana di passaggio in piazza si sono fermati e hanno chiacchierato con tutti. C’erano anche diversi preti, e uno ha detto “Questa giornata è anche salvapreti…”: vestire gli ignudi è opera di misericordia…In piazza è stato presentato anche un libro…e i ragazzi figli di stranieri e nati in Italia, che si sentono italiani e sono fieri di esserlo, capita che ci dicano: mia mamma è africana (o… o…). Io sono italiano! Non è tutto, certo, perché le radici fanno parte dell’equilibrio interiore. Ma la strada di Salvamamme non è la strada dell’odio, è un contravveleno…(SP)
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