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26/12/24 ore

Cannabis in Parlamento



 A suo modo è una giornata di lavori parlamentari da ricordare, perché per la prima volta a Montecitorio si è discusso di "Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati". Giusto un assaggio, visto che con ogni probabilità la cosa andrà per le lunghe tra ostruzionismo e bizantinismi di ogni sorta. Dopo le prime scaramucce e una valanga di emendamenti, il tutto è infatti rimandato a settembre, quando salvo ulteriori rinvii si comincerà a fare sul serio, in vista di una possibile approvazione di una legge in materia di legalizzazione delle droghe leggere che ha visto da sempre i radicali in prima linea fin dai tempi in cui Marco Pannella si rendeva direttamente protagonista di azioni di disobbedienza civile per supportare la storica battaglia antiproibizionista.

 

In proposito, il numero speciale di Quaderni Radicali dedicato al leader radicale, “Pannella, un canestro pieno di parole – la voce di Marco su Quaderni Radicali”, ripropone alcune interessanti documenti scritti.

 

Il primo riguarda uno stralcio del Filo Diretto a Radio Radicale dalla casa di Marco Pannella. Era il 26 ottobre 1997, proprio il giorno prima, Pannella era stato fermato dalla polizia e costretto agli arresti domiciliari per cessione gratuita di stupefacenti. Sul tema dell’antiproibizionismo, della disobbedienza civile e della lotta nonviolenta, Pannella si confrontò via radio con Piero Ostellino e con l’Ambasciatore Sergio Romano.

 

Il secondo è il testo letto da Marco Pannella il 27 agosto 1995 al mercato di Porta Portese a Roma, poco prima di dare il via all’azione di disobbedienza civile (distribuzione gratuita di hashish) ed essere arrestato insieme ad altri esponenti del gruppo dirigente del Movimento dei Club Pannella-Riformatori.

 

Il terzo si riferisce a una lettera aperta del leader radicale indirizzata ai magistrati che dovevano giudicarlo per un’azione di disobbedienza civile, compiuta il 27 agosto del 1995 a Roma al mercato di Porta Portese ,per la quale ci fu il 19 settembre 1997 la condanna a quattro mesi di reclusione e due milioni di ammenda, pena commutata in otto mesi di libertà controllata. La posizione del leader radicale era stata stralciata da quella degli altri cinque autori della distribuzione gratuita di hashish e marijuana. La corte ha riconosciuto le motivazioni politiche dell’azione compiuta a Porta Portese anche se Pannella aveva più volte insistito, anche durante il dibattimento, sul fatto che esse andavano invece ritenute come un’aggravante dato che la disobbedienza civile, lungi dall’essere una mera provocazione, era stata messa in atto proprio con il preciso intento di contravvenire alla legge e di far scattare nei confronti degli autori, che se ne assumevano la piena responsabilità, tutte le sanzioni previste dalle norme in vigore.

 

Esattamente come accade alle migliaia di cittadini vittime delle leggi proibizioniste che colpiscono i consumatori di “non-droghe”. In quel processo Pannella scelse di farsi assistere da un avvocato d’ufficio e di rinunciare ad esercitare il proprio diritto alla difesa per assicurarsi un processo rapido così come prescritto dalla Costituzione. Il 27 giugno Pannella scriveva ai sui giudici per spiegare le ragioni profonde della sua scelta.

 

- Per leggere l’antiprima dei testi di Quaderni Radicali 112 vai su quaderniradicalionline.it

 

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