Prosegue a ritmi sostenuti la mattanza in Iran, dove il boia ormai fa gli straordinari. Negli giorni scorsi – riferisce in una nota l'associazione Nessuno tocchi Caino - il regime dei mullah ha ancora una volta giustiziato un adolescente. Si tratta di Alireza Tajiki, un giovane che era stato arrestato all'età di 15 anni e aveva trascorso sei anni nella prigione di Adelabad a Shiraz, Iran meridionale.
Questa impiccagione è avvenuta nonostante i ripetuti appelli dei gruppi per i diritti umani e di istituzioni internazionali. Alireza Tajiki era stato messo in isolamento sei anni fa, dopo essere stato arrestato, ed era stato torturato per ottenere una confessione forzata nonostante fosse un adolescente. Il suo caso era pieno di aspetti oscuri e la sua famiglia aveva ripetutamente chiesto un nuovo processo senza ottenere alcuna risposta dalle autorità. Secondo i funzionari del regime, 5300 prigionieri, la maggior parte dei quali hanno tra i 20 e i 30 anni, sono stati condannati a morte.
Nessuno tocchi Caino ricorda che sotto la Presidenza del cosiddetto “moderato” Rouhani si sono compiute oltre 3.000 esecuzioni, e se nel 2016 la macchina della morte sembrava aver rallentato il ritmo con 530 esecuzioni rispetto le 970 del 2015, in questi primi sei mesi del 2017 ha accelerato la ripresa con almeno 340 persone salite sulla forca a cui si aggiungono le oltre 100 del mese di luglio.
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