Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Violenza sulle donne, l'Italia firma la Convenzione di Istanbul



All'indomani della ratifica, in Senato, della Convenzione di Lanzarote contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori, l'Italia, per mano della ministra del Lavoro, delle politiche sociale e delle pari opportunità, Elsa Fornero ha firmato la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica.

 

Il documento, aperto alla firma l'11 maggio del 2011, rappresenta il primo strumento giuridicamente vincolante per gli Stati in materia di violenza sulla popolazione femminile: la violenza sulle donne è infatti qui riconosciuta come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione.

 

La Convenzione d Istanbul mira a prevenire la violenza attraverso l'applicazione di misure per la protezione delle vittime e la perseguibilita penale per i colpevoli; il trattato inoltre definisce e criminalizza le diverse forme di violenza contro le donne tra cui lo stalking, il matrimonio forzato, le violenza fisiche, psicologiche e sessuali, e, non di poco conto, le mutilazioni genitali femminili.

 

Affinchè entri in vigore però la Convenzione, che ha ricevuto sinora 23 firme (con quella italiana) e una sola ratifica da parte della Turchia, necessita di altre nove ratifiche. “La firma della Convenzione da parte dell'Italia è un importante passo avanti verso la fine della violenza sulle donne in Europa – afferma Christine Weise, presidente di Amnesty International Italia - ma perchè sia efficace c'è ancora molto da fare, in primo luogo rarificarlo sollecitamente: è impensabile che ancora oggi migliai di donne e ragazze in Europa siano costrette a subire mutilazioni dei genitali femminile".

 

"Per porre fine a questa ed altre violenze – ha concluso Weise – la ratifica dell'Italia non dovrebbe farsi attendere e potrebbe essere un esempio anche per gli altri paesi”. Alle donne, dunque, non resta che attendere una, si spera, prossima mossa del Parlamento italiano chiamato ad approvare, in tempi rapidi, un disegno di legge di ratifica della Convenzione. (red)


Aggiungi commento