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04/12/24 ore

Aborto, il sabotaggio della 194


  • Federica Matteucci

Giorni caldi per la questione dell’interruzione volontaria di gravidanza. Poco tempo fa la pronuncia della Consulta che aveva dichiarato inammissibile la questione di legittimità della costituzionale dell'art. 4 della 194/78 sollevata da un giudice di Spoleto, era stata accolta con gaudio dai difensori agguerriti del diritto all’aborto sancito dalla suddetta norma. Tuttavia il diritto all’aborto, sancito dalla legge, ribadito e strenuamente difeso non sembra trovare un riscontro nell’applicazione pratica.

 

Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni e Mirella Parachini, membro di direzione dell’Associazione Luca Coscioni e vice presidente Fiapac hanno, infatti, denunciato una situazione, quella attuale, in cui l’obiezione di coscienza regna sovrana.Fermo restando il diritto per ciascun operatore sanitario di optare per l’obiezione di coscienza, d’altro canto quest’ultima non deve costituire un ostacolo al servizio di interruzione volontaria di gravidanza nei modi e nei tempi previsti dalla legge.

 

Secondo il ministero della Salute, infatti, i medici obiettori di coscienza sono 7 su dieci e sono aumentati negli ultimi anni senza contare l’esiguo numero di strutture sanitarie che garantiscono il servizio.

 

A fronte di questa situazione, l’Associazione Luca Coscioni e l’Aied hanno sollecitato l’intervento dei presidenti e degli assessori regionali alla salute affinché sia garantito il servizio di interruzione volontaria di gravidanza. In questa direzione Gallo e Parachini si sono pronunciate a favore di un aumento del numero di medici non obiettori mediante il bando di concorsi riservati a questa categoria di medici che sembrano sempre più una specie in via di estinzione.

 

E’ stata inoltre sottolineata l’esigenza di assicurare ai cittadini la facoltà di distinguere chiaramente i medici obiettori da quelli che non lo sono attraverso la creazione di un albo ad hoc. A tal proposito il Ministro Balduzzi in risposta ad una interrogazione dell’on. Maria Antonietta Farina Coscioni ha sffermato che “il diritto ad esercitare l'obiezione di coscienza non deve prevalere sul diritto all'assistenza e alle cure e viceversa”.

 

Ma, come si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare tanto che, come affermano Gallo e Parachini, “l’iter della mozione dei radicali, presentata sempre dall’On. Farina Coscioni, e firmata anche da diversi esponenti del Partito Democratico che realmente impegnerebbe il Governo a garantire sia l’obiezione ma anche il diritto all’aborto, è ancora in corso”.


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