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23/11/24 ore

Spionaggio, il "grande" scandalo


  • Silvio Pergameno

Una delle armi della politica più potenti, altamente morali e, talora sinistramente, divertenti sta nella trasparenza, arma tipica, per di più, della vera democrazia: un contropotere micidiale soprattutto per la sua capacità di ridicolizzare le pomposità sussiegose di chi conta poco ma tiene molto a un posticino nell’empireo dei grandi.

 

In breve volger di tempo i paesi europei tornano a sdegnarsi e a menar grande scandalo (è già successo qualche settimana fa) per le rivelazioni emerse dalle scoperte del Datagate: Trentacinque leader mondiali spiati dagli Stati Uniti, titolano i nostri maggiori quotidiani! forse nella speranza di riattivare vecchi rancori contro il paese simbolo del turbocapitalismo mondiale. Già, ma si tratta di una mezza notizia, a parte che è ben difficile credere che ci siano ben trentacinque leader mondiali, quando nemmeno gli USA di Obama sono oggi convinti di farcela….

 

La sostanza delle cose è che, comunque, in questa faccenda lo scandalo sta proprio nel fatto che i paesi europei non possano far altro che scandalizzarsi, perché è ormai notorio che se gli USA dispongono di grandi organismi di spionaggio, enormemente costosi, dotati di impianti tecnici sofisticati e di organici di vaste dimensioni, i paesi europei sì e no riescono a guardare da qualche buco di serratura, collaborano con gli Stati Uniti, si rendono reciproci servizi, e soprattutto senza i servizi americani, chi più chi meno, poco ne saprebbero in fatto di terrorismo e di spionaggio commerciale.

 

Parigi e Berlino hanno convocato gli ambasciatori americani. Parigi, ma non è sola, vorrebbe persino sospendere i colloqui per la costruzione di un’area di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, una faccenda di 120 miliardi di euro, che pare interesserebbe soprattutto il Regno Unito e l’Italia, ma con benefici per tutti. Nessuno quindi fa sul serio.

 

 


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