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19/11/24 ore

De Benedetti, i bilanci Olivetti e la Repubblica dimenticanza


  • Ermes Antonucci

"Non ricordo". E' in questo strano vuoto di memoria che si è consumata la crisi di Carlo De Benedetti di fronte ai giudici del tribunale di Milano, nel processo da lui stesso promosso nei confronti di Marco Tronchetti Provera per diffamazione a mezzo stampa. Al centro della diatriba le parole pronunciate, nell'ottobre 2013, dall'attuale presidente e amministratore delegato di Pirelli sui "discussi" bilanci di Olivetti ai tempi della presidenza dell'Ingegnere, sul coinvolgimento di quest'ultimo nella bancarotta del Banco Ambrosiano e sulla sua residenza fiscale in Svizzera.

 

A trasformare l'udienza di ieri in un boomerang è proprio la deposizione indignata dell'editore del gruppo Espresso-Repubblica sul primo punto: "I bilanci Olivetti non sono mai stati impugnati; chiamarmi "discusso" vuol dire far credere che fossero falsi". Eppure a smentire che le parole di Tronchetti fossero solo falsità vi è una sentenza del 1999 con la quale De Benedetti patteggiò per falso in bilancio 3 mesi di reclusione e 15 milioni di lire di multa (poi convertiti in 51,7 milioni di multa), per aver iscritto nei bilanci dell’Olivetti crediti e ricavi inesistenti per oltre 120 miliardi di lire.

 

Lo sdegno del querelante finisce così col servire su un piatto d'argento la replica alla difesa del querelato (Tronchetti): "Ingegnere, ricorda la sentenza del gup di Ivrea del 14 ottobre 1999?"."Non ricordo", tentenna De Benedetti. "Non ricorda che patteggiò 3 mesi, poi convertiti in 50 milioni di lire di multa, per bilanci Olivetti 1994-1995-1996?" ribattono i legali di Tronchetti. "Non ricordo nulla di tutto questo, neanche di avere risarcito l'Olivetti" conclude con non poco imbarazzo De Benedetti.

 

Lungi da noi prender parte alla solita qualunquistica analisi dei resoconti giudiziari, ciò che ci preme evidenziare è che la notizia della strana "amnesia" dell'Ingegner De Benedetti ha trovato spazio, in maniera più o meno rilevante, su tutte le principali testate giornalistiche del paese, eccezion fatta proprio di "Repubblica". Indomita moralizzatrice manettara della vita civile e politica italiana, anch'essa affetta, questa volta, da una bizzarra e passeggera "dimenticanza".

 

 


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