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17/11/24 ore

Adozione di figliastri


  • Silvio Pergameno

Antico detto ammoniva di non fare figli e figliastri, versione popolare del principio di eguaglianza che è radicato nel cuore dell’uomo che ha qualosa da rivendicare. Figliastri: tali erano nominati i figli di primo letto nel rapporto con il coniuge di secondo. Figliastri che fa rima con giovinastri o con poetastri, con quell’ultima sillaba che esprime disprezzo; disprezzo, nella fattispecie verso un rapporto non fondato sul sesso (e proprio nell’accezione più restrittiva del termine).

 

Bello? Non proprio…, e poi incostituzionale, perché per l’art.3 della nostra Carta le leggi non possono contenere discriminazioni fondate su motivi vari, ivi elencati, dei quali il primo è proprio il sesso.

 

Allora rimorde la coscienza. 1983 si perfeziona l’adozione, ammessa per i figliastri nell’ambito del matrimonio, estesa nel 2007 ai figliastri anche nell’ambito delle unioni naturali, sempre comunque “etero”. Con la legge sulle unioni civili si supera anche questa distizione e l’adozione si allarga ancora …  siamo sempre sul sesso.

 

Mentre in discussione è, invece, proprio la famiglia, cosa è la famiglia, cioè quanto essa nella considerazione che ne fa il diritto è caratterizzata dal sesso e quale spazio non debba essere riconosciuto alla convivenza, agli affetti, alla solidarietà … e prima ancora quali apprezzamenti prevalgano oggi nel viver sociale.

 

Ecco perché mi è sembrata molto importante una considerazione che il direttore di AR ha formulato nella rubrica  “Maledetta politica” della settimana scorsa: che cioè per il mondo cattolico, in particolare, la discussione sulla legge per le unioni civili poteva essere un’occasione proprio per una riflessione su questa dimensione della nostra vita associata.

 

Tutto il campo dei diritti civili, del resto, reca con in sé questa ineliminabile implicazione – ricordiamoci gli ultimi anni sessanta e gli anni settanta -, un’implicazione che oggi assume una dimensione e una portata nuova da molti punti di vista. Peccato che in questo campo di solito ci si ferma a far presente agli avversari della stepchild adoption il fatto che nelle democrazie avanzate questo istituto è ormai generalmente riconosciuto proprio per la diversa sensibilità che oggi contraddistingue l’approccio ai temi della famiglia nel sentire diffuso.

 

Ma per il mondo cattolico (e non solo per esso) rilievo particolare assume la presenza sul soglio di Pietro del primo papa di nome Francesco e delle sfide che egli pone a una dimensione della Chiesa, che con il Concilio Vaticano II° ha cominciato a commisurare il suo rapporto con il mondo moderno con criteri nuovi, e cioè cercando le strade per avvicinarsi a questo mondo e superando la condanna del modernismo, le aspirazioni temporalistiche e le prassi concordatarie.

 

A proposito, oggi è proprio l’11 febbraio, anniverario della Conciliazione, del Concordato, dei Patti lateranensi….

 

 


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