Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Salvini: ovunque, comunque, qualunque


  • Antonio Marulo

Così #SalviniOvunque: lo sberleffo dei soliti buontemponi da tastiera è alla fine risultato la migliore risposta, seppur troppo sofisticata e non destinata alle grandi masse, al colpo di genio - come lo definisce Aldo Grasso sul Corriere della Sera - del leader della Lega Nord. Opinare in altro modo sull’operazione di marketing politico messa in piedi in quattro e quattr’otto, cavalcando l’onda d’urto delle bombe di Bruxelles, può trasformarsi invece solo in un assist.

 

Perché Matteo Salvini non si rivolge mica alle menti illuminate o ai maestri del pensiero con la puzza sotto il naso, ma punta a una grossa fetta della popolazione sensibile a certe argomentazioni, specialmente se alimentate dall’ansia e dalla paura. Non a caso l’uomo delle ruspe e delle felpe si è mosso e ha parlato nel giorno della tragedia seguendo la logica propria di un uomo qualunque (in senso proprio e in senso lato) che ha appena appreso la notizie degli attentati suicidi. I suoi slogan su immigrati, rifugiati,accoglienza, terrorismo, islam et similia, paro paro li potresti ascoltare davanti a un banco macelleria di un mercato rionale, oppure al bar sport di periferia fra una scommessa alla Snai e un grappino rinvigorente.

 

L’occasione quindi è stata propizia per alcune patetiche messe in posa, che avranno fatto piacere a quanti (non pochi) sono soliti pellegrinare ad Avetrana o all’Isola del Giglio, per l'indimenticabile selfie sui luoghi di altre tragedie, e reso indifferenti quelli (sempre in crescita) che invece si ritrovano perfettamente nei suoi messaggi grossolani e di pancia a mezzo tweet di accompagnamento alle foto.

 

A cosa serve quindi parlare di sciacallaggio? Un’accusa che Salvini si fa scivolare addosso senza colpo ferire. Lo fa prima di tutto con le risposte che abitualmente dà quando non ha argomenti: “sei un poveretto…non vale la pena rispondere, non stai bene…”. E se poi, per esempio, il destinatario di tutto questo è un tipetto dall’aria snob e respingente come Gad Lerner, il grasso allora cola copioso, accrescendo i consensi durante il giro delle sette chiese televisive, gentilmente concesso dalle tv di regime, a caccia di ascolti fra una rissa e l’altra…

 

Tuttavia, se necessario, Salvini sa ben rintuzzare le accuse anche con risposte più convincenti. “Meglio sciacallo che imbecille”, ha detto in una dichiarazione qui riportata. Infatti, il problema nasce solo se le due cose coincidono...

 

 


Aggiungi commento