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22/11/24 ore

Dai giornali tedeschi sciocchezze e verità


  • Luigi O. Rintallo

Gli articoli di due giornali tedeschi – «Die Welt» e «Der Spiegel» – hanno in qualche modo agitato in questi giorni la platea dei media italiani. Mentre è in corso una faticosa trattativa dentro le istituzioni dell’UE per decidere come affrontare la crisi derivante dal blocco delle attività economiche causato dalla diffusione del virus cinese, le due testate hanno espresso posizioni nettamente contrastanti circa le posizioni che dovrebbe assumere la Germania. Com’è noto, da parte italiana è avanzata la richiesta di un massiccio intervento di sostegno da realizzarsi a livello comune fra tutti i Paesi dell’UE e la divisione riguarda le cosiddette “condizionalità” che tale intervento comporterebbe.

 

Senza entrare nei dettagli delle questioni economico-finanziarie, che comunque testimoniano il limite profondo dell’unione costruita dopo Maastricht, priva di quel respiro politico che solo renderebbe vitale il ruolo dell’Europa, qui interessa soffermarsi sui contenuti dei due articoli. 

 

Particolarmente bruciante quello del  «Die Welt», secondo il quale gli aiuti europei dati all’Italia finirebbero alla mafia. Al di là della banalità qualunquistica, che non a caso ripete quanto detto nel 2014 da un comico come Beppe Grillo fondatore dei 5Stelle, va considerato che dimostra una ridotta comprensione del fenomeno criminale.

 

Più che aspettare i denari da Bruxelles, la mafia li esporta con il riciclaggio che – come si evince da molte indagini internazionali – vedono proprio il nord Europa come luogo di destinazione. Del resto, attaccare alla mafia l’etichetta “sovranista” sarebbe quanto meno contrastante con la sua propensione al mercato senza confini delle sue attività.

 

Se «Die Welt» non esita a utilizzare ai luoghi comuni più triti per motivare il disimpegno dell’UE e il rifiuto ad abbandonare la linea del rigore anti-inflazione, «Der Spiegel» rivolge invece una dura critica al governo tedesco, per il suo rifiuto a ricorrere agli Eurobond in questa crisi devastante che rischia di travolgere le economie di tanti Paesi.

 

L’articolo rimprovera alla cancelliera Merkel di avere troppe volte insistito sulla “narrazione” che i bond sarebbero pagati dai cittadini tedeschi e che, pertanto, ora le è impossibile fare marcia indietro. Ma ciò è avvenuto, insiste l’articolo, prevalentemente per scongiurare la concorrenza populista del nuovo partito alla destra della Cdu, l’Alleanza per la Germania (AfD).

 

Interessante la considerazione finale dell’articolo. Agli eurobond non ci sarebbero alternative, se non quella di lasciare soli i Paesi più colpiti dalla crisi (Italia e Spagna), le cui economie da tempo stagnanti richiedono ben più dei 410 miliardi di euro previsti dal Fondo di salvataggio. Come scrive «Der Spiegel»,  impossibilitati a prendere in prestito denaro sul mercato finanziario, a causa dei tassi di interesse troppo alti, si troverebbero esposti sul fronte speculativo e a trarne vantaggio sarebbero, sul piano politico, i nemici dell’UE.

 

Quali siano le prospettive dell’Europa è difficile dire, dal momento che il peso delle scelte improvvide del passato sembra averne compromesso un qualunque ruolo incisivo nello scenario mondiale.

 

Di certo il momento che viviamo è di quelli decisivi e «Der Spiegel» coglie a pieno la situazione quando parla di “crisi esistenziale”. Aver trascurato di dare forza al compito politico dell’Europa, non averlo nutrito con la linfa vitale del rafforzamento della democrazia e della difesa dei principi liberali, rischia di pregiudicare definitivamente la stessa possibilità di un futuro.

 

 


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