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23/11/24 ore

Siria, le bombe a casaccio di Putin



C’erano una volta le bombe intelligenti - quelle delle guerre americane - su cui da un lato si ironizzava dall’altro ci s’indignava tutte le volte che causavano vittime civili (eufemisticamente definite "danni collaterali"), vuoi per errore dei lanciatori, vuoi per indegna furbizia di chi copriva con scudi umani gli obiettivi militari, per turbare le coscienze dell’uomo “evoluto” d’Occidente. Altri tempi. Perché nella guerra di Putin in medioriente questioni di "intelligenza" nel colpire obiettivi militari nemmeno si pongono.

 

L’aviazione russa, in appoggio a quella di Assad, bada infatti al sodo e bombarda la Siria senza troppi scrupoli. La cosa non sembra far tanto notizia, tanto meno scalfisce l’opinione pubblica europea (e italiana) che tanto si mobilitava durante le maldestre guerre in Iraq e Afghanistan e che oggi pare invece affascinata dalla risolutezza dell'ex agente del Kgb.

 

Per contro, le organizzazioni umanitarie procedono nel proprio lavoro di denucia. Human Rights Watch in un rapporto dà notizia di bombe a grappolo che solo dal 26 gennaio hanno provocato la morte di almeno 37 civili, nel corso di raid avvenuti nelle province di Aleppo, Damasco, Idlib, Homs e Hama.

 

Già a fine di dicembre Amnesty International aveva accusato i russi di far uso di questo tipo di armi, con "centinaia di civili" uccisi a partire dall’inizio dei raid a settembre.

 

Intanto, dopo mesi di silenzio di chi pare osservare impotente da fuori, qualcuno comincia a parlare. In particolare, lo ha fatto in queste ore Angela Merkel, dicendosi non "solo scioccata ma anche inorridita" per le sofferenze subite dai civili a causa dei raid russi in Siria'. Il Cancelliere tedesco – riferisce l’Ansa - ha spiegato che Germania e Turchia intendono fare pressioni congiunte sull'Onu (vedremo con quale efficacia) per chiedere di far rispettare una risoluzione di dicembre che invitava tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria a interrompere immediatamente qualsiasi attacco nei confronti della popolazione civile.

 

"In queste circostanze, ha detto Merkel, in cui la Russia continua i suoi raid in Siria, costringendo alla fuga verso i Paesi vicini decine di migliaia di civili, è difficile che possano avere luogo dei colloqui di pace. Questa situazione deve concludersi rapidamente". (red.)

 

 


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