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27/12/24 ore

Desmond Tutu: Bush e Blair alla sbarra!


  • Andrea Spinelli Barrile

L'arcivescovo anglicano sudafricano Desmond Tutu, premio Nobel per la pace, ha chiesto tra lo stupore di molti che l'ex premier britannico Tony Blair e l'ex presidente statunitense George W. Bush vengano processati dal tribunale internazionale dell'Aja per crimini di guerra.

 

La richiesta di Tutu, giunta a margine di una conferenza in Sudafrica, che aveva come tema centrale la leadership, è giunta quando il premio Nobel avrebbe dovuto dividere il palco con l'ex premier britannico: secondo l'arcivescovo l'appoggio di Blair alla guerra in Iraq è “moralmente indifendibile” e siccome “moralità e leadership sono indivisibili”, ha tuonato Tutu, non c'era ragione per cui il sudafricano ed il britannico avrebbero dovuto dividere lo stesso palco.

 

Non si tratta di un capriccio del pittoresco arcivescovo, né tantomeno di una presa di posizione: è la dimostrazione della coerenza di un uomo, Desmond Tutu, che ha dedicato la propria esistenza alla causa dei diritti umani internazionali; sulla base di questo e “di accuse non documentate sull'esistenza di armi di distruzione di massa” che il governo Usa produsse per convincere il mondo della giustezza della guerra preventiva contro Saddam Hussein, l'arcivescovo Desmond Tutu ha preso la decisione di disertare la conferenza dopo avere “passato molte ore in ginocchio a pregare” ha commentato un suo portavoce.

 

Tant'è che il suo nome è stato rimosso dal sito internet della conferenza.

 

Le accuse dell'arcivescovo sudafricano, mosse contro Blair e Bush, rei di aver preparato “il terreno per comportarsi come bulli” destabilizzando il Medioriente più “di ogni altro conflitto nella storia”, non sono nuove alle cronache internazionali.

 

Tra i primi a sollevare la questione Marco Pannella, che dal 2003 ricorda come “l'esilio di Saddam era ormai certo ma Bush e Blair scelsero la guerra” affrettando i tempi anche grazie all'aiuto di criminali internazionali come Gheddafi: “senza il suo aiuto non sarebbe stato possibile realizzare il crimine forse maggiore dell'ultimo ventennio nel mondo e senza di lui difficilmente potremo conoscere i dettagli luridi e lerci della guerra in Iraq. Avremmo avuto bisogno, come con Saddam e come con tutti i Caino della terra, della sua vita e non della sua morte”.

 

Questo probabilmente spiega anche il processo sommario ad Hussein, l'interventismo nella rivoluzione in Libia, la morte di Gheddafi. L'omertà sulla Siria.

 

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