21/12/24 ore

Presidenziali in Romania: radici della crisi. Mihail Dobre, storico, diplomatico, ne parla con Giuseppe Rippa



Con una decisione senza precedenti, la Corte costituzionale romena ha annullato le presidenziali per sospette ingerenze russe a favore del sovranista Călin Georgescu, arrivato primo al primo turno. Tra forti divisioni interne, la Romania si prepara a rivotare in primavera…” - scrive Mihaela Iordache sul sito  balcanicaucaso. In questo contesto, per la prima volta nelle storia, le elezioni presidenziali sono state annullate. Il 6 dicembre la Corte Costituzionale ha annunciato la decisione di annullare “l'intero processo per elezione del presidente romeno” per “garantire la validità e la legalità” del voto.

 

La Corte costituzionale della Romania era intervenuta dopo che il Consiglio supremo della sicurezza rumena aveva segnalato anomalie gravi e aveva richiesto l’intervento della stessa Corte in base all'articolo 246 della Costituzione, che attribuisce alla Corte il diritto di "garantire il rispetto delle procedure per l'elezione del presidente della Romania”, questo per per “garantire la validità e la legalità” del voto. 

 

La decisione è arrivata dopo che il Consiglio Supremo di Difesa ha de-secretato i dossier relativi al candidato filo russo Călin Georgescu. “… Secondo i documenti dei servizi segreti, il processo elettorale in Romania era stato invece penetrato da un “attore statale”, probabilmente la Russia, che avrebbe appoggiato la campagna elettorale di Georgescu. All'annullazione delle elezioni Georgescu ha reagito parlando di “un colpo di stato”. Scrive ancora Mihaela Iordache.

 

“… Purtroppo, il regime politico instaurato dopo il dicembre 1989 ha permesso – se non addirittura incoraggiato – il mantenimento di alcuni nostalgici del vecchio regime comunista nell’area vicina ai decisori politici. Tutte le forme di sostegno venivano fornite dietro le quinte dell’opinione pubblica, nei corridoi del potere dove molte persone contaminate volevano che la società dimenticasse ciò che erano state e avevano fatto durante il comunismo. Servivano abiti nuovi, da cui pulire le macchie del comunismo…” - scrive in un articolo per presshub Romania il professor Mihail Dobre, storico, accademico e diplomatico rumeno, tra l’altro anche ambasciatore preso la Santa Sede per lo Stato della Romania…

 

… Georgescu-Roegen è, quindi, un comunista nostalgico, - ribadisce ancora il prof. Dobre - che approfitta del fatto che la maggior parte degli elettori di oggi non hanno conosciuto, da adulti, la realtà del sistema comunista. Quelle realtà erano definite dalla povertà, dagli abusi politici, dalla presenza ossessiva della sicurezza e dall’isolamento internazionale. Al cosiddetto discorso senza senso sovranista, il candidato Georgescu-Roegen ha aggiunto, però, l'uso sapiente di tecniche di manipolazione attraverso i social network, oltre a una preparazione speciale riguardo al modo in cui la sua immagine viene trasmessa nell'ambiente online…”.

 

Quella che segue è la conversazione di Mihail Dobre con Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale, dopo la decisione della Corte Costituzionale di annullare le presidenziali e sugli effetti di questi avvenimenti in Romania e anche in Europa.

 

 - Presidenziali Romania: radici della crisi. Mihail Dobre, storico e diplomatico, ne parla con Giuseppe  Rippa

(Agenzia Radicale Video)

 

 


Aggiungi commento