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01/05/24 ore

Lo Staff di Casaleggio, il servizio d'ordine per i parlamentari a 5 stelle


  • Ermes Antonucci

“Casaleggio come sempre ci ha confermato che il ruolo dello staff è quello di dare un indirizzo politico che i nuovi eletti avranno la responsabilità di trasformare in decisioni e iniziative”. Queste parole, pronunciate una settimana fa da Alessio Tacconi, neoeletto del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione estera europea, stanno generando non poche polemiche all’interno dell’ambiente grillino.

 

La domanda che è infatti sorta spontanea è semplice quanto fondamentale: chi è che compone lo staff, ma, soprattutto, mediante quali procedimenti giunge ad elaborare l’indirizzo politico a nome di tutto il movimento?

 

La risposta più accreditata è che in realtà questo famoso e misterioso team di esperti, costituito inizialmente come organo di supporto nella gestione del blog di Grillo, non sarebbe altro che il braccio operativo del supremo guru del blogger genovese e di tutti i militanti a 5 stelle: Gianroberto Casaleggio. Non si può dire, d’altronde, che le vicende emerse dall’incontro di ieri all’Eur tra gli eletti del movimento abbiano dimostrato il contrario.

 

I neoparlamentari, secondo quanto riporta 'La Repubblica', erano guardati a vista da ragazzi con cartellini con su scritto “staff”. Giulia Sarti e Matteo Dall’Osso, due neodeputati emiliani, sono stati invitati ad entrare mentre rispondevano ad alcune domande dei cronisti. Stessa sorte per Laura Castelli e Marco Scibona, piemontesi, interrotti dallo “staff” mentre chiacchieravano davanti a un caffé con alcuni interlocutori che poi si è scoperto essere giornalisti.

 

Altre testate oggi si soffermano anche su un altro episodio. Alla domanda se fosse in discussione la proposta di lanciare un referendum sulla Rete per decidere se sostenere o meno un governo a guida Pd, Ivan Catalano, giovane neodeputato eletto in Lombardia, ha risposto di non escludere l’ipotesi. Per questo anche Catalano è stato fermato dallo staff (“Questa non è una conferenza stampa”) prima che potesse aggiungere altro.

 

L’impressione, insomma, è quella di trovarsi di fronte a una sorta di “Gran Consiglio”, un soggetto concepito per fornire le direttive politiche da seguire e per mantenere l’ordine interno attraverso uno stretto controllo su degli eletti che, in teoria, dovrebbero essere svincolati costituzionalmente da qualsiasi mandato.

 

Al comando di questa struttura chiaramente ci sarebbe Gianroberto Casaleggio che, a conferma del suo ruolo di comando, si è lanciato in un aut-aut ricattatorio, annunciando di lasciare il movimento nel caso venisse dato l’appoggio a qualche partito. Un’uscita che, più che un monito, è apparsa essere un vero e proprio ordine al quale tutti i grillini sono chiamati ad attenersi.


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