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23/11/24 ore

Giorgio Napolitano Bis



Mai dire mai. Sembra una frase fatta, ma calza a pennello su Giorgio Napolitano. Fino all’altro giorno il Presidente uscente aveva infatti ribadito il no all’ipotesi di bissare. Poi, però, dopo la drammatica giornata di ieri e il pellegrinaggio di questa mattina al Colle dei principali partiti, si è lasciato convincere e ha accettato la ricandidatura. Ne è seguita, alla sesta votazione, la sua rielezione alla Presidenza della Repubblica con 738 voti contro i 217 andati a Stefano Rodotà.

 

Nel frattempo, quando ancora era in corso la Chiama a Montecitorio, si è delineata con più chiarezza la spaccatura nel Pd. Per quello che possono valere in termini reali, il neo democratico Barca, quello del capoblepismo, ha invitato a schierarsi per il candidato del M5S Stefano Rodotà, seguito da altri esponenti del Pd come Sergio Cofferati e il sindaco di Bari Emiliano.

 

Dal canto suo, fra i primi a fare nuova professione di fede per l’ex garante della Privacy è stato Nichi Vendola di Sel, reduce dalle forti critiche della base per aver votato Romano Prodi.

 

Non hanno invece cambiato opinione i grillini del M5S, confermando la preferenza per Stefano Rodotà, che per altro si è guardato bene dal ritirare la sua candidatura nonostante le probabili e insistenti pressioni in tal senso.

 

Ciò ha prodotto anche l’effetto collaterale di diventare suo malgrado strumento di Beppe Grillo, che nel suo nome ha immediatamente gridato al COLPO DI STATO, facendo poi ciò che probabilmente avrebbe fatto qualunque fosse stato il Presidente votato da Pd, Pdl e Scelta Civica insieme: calare sulla Capitale in serata per un raduno di piazza a cinque stelle davanti a Montecitorio.


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