Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/11/24 ore

La fronda a 5 Stelle


  • Ermes Antonucci

Mentre il Partito Democratico prova a ricompattarsi con la nomina a segretario provvisorio di Guglielmo Epifani, sembra che ora sia il Movimento 5 Stelle a dover affrontare seri problemi di ordine interno. Secondo quanto riportato da alcuni giornali, infatti, la frattura nel gruppo parlamentare grillino sarebbe ormai così ampia da preannunciare in breve tempo una scissione interna.

 

Alla base di questa spaccatura ci sarebbero il rilancio da parte di Grillo del divieto di partecipare ai talk show televisivi (“Andate in tv, ma non nei talk show”), le sue dichiarazioni contrarie a una legge sullo ius soli (sulle quali si sono smarcati sia il capogruppo al Senato Vito Crimi sia il pupillo del comico Alessandro Di Battista), ma soprattutto la grave questione della restituzione della diaria, dove il movimento si è nettamente diviso.

 

Che le cose non andassero per il verso giusto si era compreso giovedì scorso con la rapida “discesa dall’alto” di Beppe Grillo, costretto ad incontrare a porte chiuse i propri parlamentari stellati che stavano alzando troppo “la cresta”. Lì la minaccia poco velata di espulsione per coloro che non intendono seguire le direttive del leader: “Chi vuole restituire la diaria, la restituirà, chi non vuole si prenderà le sue responsabilità”.

 

Il risultato di queste tensioni è che una parte dei 163 parlamentari eletti potrebbe molto presto decidere di abbandonare il gruppo e costituire addirittura una compagine a 5 stelle opposta a quella ufficiale. I ribelli sarebbero circa una trentina, ma c’è chi parla persino di cinquanta. Ad unire i dissidenti – come ha rivelato anonimamente un deputato a La Stampa – è proprio il rifiuto dell’autoritarismo di Grillo: “Grillo la deve smettere di trattarci come servi”.

 

“Così non si può andare avanti – ha aggiunto il deputato – Eravamo il Movimento dell’uno vale uno. Siamo diventati l’armata Brancaleone dell’uno vale zero. E quello zero siamo noi”. Tanta è la tensione che sono emerse indiscrezioni circa uno scontro verbale nella riunione di giovedì tra il blogger genovese e un senatore, Francesco Campanella, che non ha gradito l’epiteto rivolto al neo-espulso Antonio Venturino: “No Beppe. Venturino non è un pezzo di merda. Non è giusto trattare le persone così”.

 

“Zitto tu, chi credi d’essere, cosa hai fatto negli ultimi due mesi?” avrebbe replicato il leader. E Campanella: “Non mi pare una domanda pertinente ma ti rispondo: ho lavorato dodici ore al giorno”. Grillo incassa, consapevole forse che qualcosa, all’interno della sua creatura, sta cambiando.


Aggiungi commento