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23/11/24 ore

Europa delle patrie o patria europea?



Il 5 e 6 luglio 2007, presso il Parlamento europeo a Bruxelles, si era tenuto un seminario dal titolo “Europa delle patrie o patria europea?”, promosso dai parlamentari europei radicali presenti nel gruppo dell’ELDR (Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori). Nei suoi interveti Marco Pannella, leader storico dei radicali, torna a più riprese sul concetto di “Patria europea” contrapposta all’Europa delle nazioni. Quello che seguono sono stralci dei suoi interventi sul tema in più fasi della discussione, pubblicati nel numero 102 di Quaderni Radicali e riproposti nel fascicolo speciale 112 della rivista, uscito a luglio.

 


 

di Marco Pannella

 

…L’Europa delle Patrie o la Patria europea? Forse di questo si dovrebbe parlare un po’ di più. Io tento di farlo all’interno di quel Parlamento nel quale dal ’79 abbiamo vissuto epoche le più diverse, i momenti più diversi. Ci sono state le battaglie che hanno fatto onore al Parlamento ma anche all’Unione Europea, alla Comunità. Penso a quella contro lo sterminio per fame nel mondo. Eravamo a Lomè…Era una bella speranza

 

Sull’Europe des patries tre persone, due poi in realtà, avevano già immaginato e detto. Ernesto Rossi lo aveva già detto 25 anni prima in un altro clima. In quel momento comunque Altiero Spinelli sapeva vedere, altri sapevano, tutti noi senza merito, ragazzi, sapevamo vedere. Ma lì il governo tedesco non era Merkel e non era nemmeno Ollenhauer o Schumacher, era Adenauer. In Italia non era Prodi e nemmeno Berlusconi, era De Gasperi. E il dialogo Altiero-De Gasperi fu un dialogo di mesi, ma vero, “esplosivo”, che ebbe una forza enorme. Le idee! Le idee-forza! Quelli stavano in galera, ormai sembrava che l’Inghilterra, la Gran Bretagna non l’avevano respinta né i Romani né Napoleone, ma ormai stava per essere respinta dai nazisti, quasi. E lì loro pensano, scrivono, qualcosa che 11 anni dopo accade. Che cosa avevano? Idee-forza.

 

Badate che si parlava di Stati Uniti d’Europa, ma si parlava anche di Stato internazionale e non era la fuga di alcuni di noi federalisti al richiamo kantiano, di un Kant che oggi si scopre anche nel mondo laico essere grande filosofo, ciò che nel mondo religioso si chiama profeta. Oggi vediamo che alcune scritture, immaginazioni, elaborazioni di Kant ci possono servire per scegliere le leggi da fare, da accentuare o meno.

 

La Patrie Européenne ou l’Europe des Patries e questa Europe des Patries rende migliori les patries? Andiamo a vedere nelle patrie “generose”, in crisi del dopoguerra con quella scelta, con quella bandiera, con quella follia. Che razza di miracoli si sono prodotti! Eppure avevamo una parte che era non solo contro la NATO, ma era contro l’Europa! In nome della sinistra, in nome dei lavoratori. Non dimentichiamole queste cose. Altiero Spinelli ebbe la forza su questo di convincere. Riusciamo a dire che la classe operaia è la classe operaia europea, che il problema non poteva essere quello di avere come referenti le piccole minoranze ideologiche che traevano poi forza e vita dai riferimenti nella realtà internazionale…

 

C’è una cosa “bellissima” ora, ed è la Costituzione. Un incredibile malloppo di 500 pagine. Invece di fare costituzioni concise o le non-costituzioni del mondo anglosassone, delle democrazie che reggono di più, ci accingiamo ad avere almeno 400 articoli. Non è il Barocco, questo è il Rococò, perché sono costretti a questo. Croce diceva che bisognava comprendere il grande Barocco nel momento della Controriforma e diceva nel vuoto, in quel momento, di tensioni religiose, di grandi tensioni positive della fede, si ricercavano attraverso il Barocco, i chiari e gli oscuri, quello che veniva a mancare all’interno come tensione, come corrispondenza con la grande religiosità. Questi non sono neanche più Barocco! Allora dire “no, noi siamo per la “Patria europea!”. Guardate vi prego di andarvi a rileggere o a leggere, potete farlo anche in arabo e fra un mese potrete farlo anche in cinese.

 

Andate a leggervi il Manifesto di Ventotene nella parte in cui guardano all’illusione, nell’Europa in quel momento, nel ’41, occupata tutta da nazisti, fascismi trionfanti e poi quella parte sovietica...

 

- prosegui la lettura su Quaderni Radicali 112

 

 

 


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