Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

22/12/24 ore

Laziogate, da D'Alema a Polverini: "così han fatto tutti"...Ma non i Radicali



Emma Bonino lo aveva chiamato in causa nell’intervista concessa a Concita De Gregorio su aspetti politici legati alle vicende della Regione Lazio, a partire dalle fasi della campagna elettorale. Massimo D’Alema, non ha fatto attendere molto per dare una risposta sprezzane quanto poco pertinente.

 

“Prima di attaccare gli altri Emma Bonino avrebbe dovuto fare autocritica. Tutti, anche i radicali hanno accettato”: i fondi elargiti dalla Regione- ha detto il leader più impopolare quanto potente della storia recente della sinistra italiana, intervistato da Lilli Gruber a la 7, in linea con l’andazzo di questi giorni che vuole far passare la linea del “cosi han fatto tutti”.

 

Pochi minuti prima, era stata Renata Polverini - nel dare le dimissioni da Governtore del Lazio - a dire che tutti i gruppi, nessuno escluso, hanno fatto un uso a dir poco sconsiderato dei finanziamenti alle loro attività.

 

A questo giochino mediatico scorretto i Radicali stanno provando a non starci, nei limiti dei mezzi impari che hanno a disposizione per far conoscere come stanno veramente le cose. E in un documento diffuso sul sito radicali.it precisano quanto segue.

 

ANAGRAFE PUBBLICA

I Radicali hanno proposto l’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati come primo atto della legislatura, dopo due anni nonostante la preparazione di un testo base, la commissione non licenzia per l’Aula il testo perché “c’è un problema sulla vostra norma che vuole la pubblicità sul bilancio dei gruppi e i rendiconti dei consiglieri”.

 

ATTIVITA' IN REGIONE.

I Radicali eletti per la prima volta in regione, avviano una intensa attività che viene presentata già dopo un anno (15/04/2011) con una conferenza stampa dove si descrisse una gestione blanda e inadempiente delle promesse della Polverini, lo sfascio della Sanità nel Lazio, il capitolo infinito dei doppi incarichi, delle nomine e della moltiplicazione delle poltrone che sono andate appesantendo l'amministrazione regionale, una piaga a sé, che garantisce la sussistenza e la perpetuazione di un sistema clientelare e partitocratico. Pannella conclude affermando: "la Regione è piena di parassiti e sanguisughe".

 

TRASPARENZA

In assenza di una legge che lo imponesse i Radicali del gruppo della Lista Bonino Pannella pubblicano sul loro sito prima il bilancio consuntivo del gruppo del 2010 e poi quello del 2011 (nei primi mesi del 2012) e dunque non dopo lo “scandalo Fiorito”.

 

NE PARLIAMO CON SERGIO RIZZO

Una volta reso pubblico online il nostro bilancio (dopo averlo depositato presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio), nonostante a più riprese avessimo denunciato il problema della non trasparenza, decidiamo di mostrare a Sergio Rizzo il nostro bilancio spiegandogli nel dettaglio le voci da cui era composto. A seguito di questo incontro avvenuto intorno a luglio del 2012, Sergio Rizzo lavora al suo articolo, in cui si dà per la prima volta notizia dei fondi ai gruppi di cui oggi tanto si parla. Infatti il Corriere della sera del 20 agosto 2012 pubblica per primo la notizia: “Regione Lazio: ai partiti 4 volte più della Camera”.

 

Nell’articolo Sergio Rizzo scrive: Da destra a sinistra non c'è chi non abbia invocato più trasparenza sui soldi pubblici destinati alla politica. Ma di passare ai fatti non se ne parla proprio. Se si eccettuano, naturalmente, alcune meritorie iniziative purtroppo isolate. Qualche settimana fa il gruppo radicale al Consiglio regionale del Lazio presieduto dall'avvocato Giuseppe Rossodivita ha pubblicato sul sito internet il proprio bilancio. Un documento impressionante, che illumina un angolo del capitolo costi della politica finora tenuto accuratamente all'oscuro. Ovvero, i contributi che le Regioni erogano ai gruppi «consiliari».

 

I CONSIGLIERI SI INTASCANO I SOLDI

Questa affermazione, per quanto riguarda il Gruppo Radicale è falsa. I soldi che abbiamo ricevuto come voce “finanziamento delle attività del gruppo consiliare” sono stati bonificati sul conto del gruppo e mai sono stati girati sui conti dei consiglieri. I soldi sono stati spesi, non tutti ma solo una parte come si può riscontrare dal bilancio online, solo ed esclusivamente per le finalità di attività politica: convegni, congressi, stampa di opuscoli etc. Posto che come Radicali siamo da sempre contro il finanziamento pubblico dei partiti, quello che abbiamo denunciato questa volta era l’assoluta mancanza di trasparenza sull’utilizzo di quei fondi: abbiamo ragione di credere che i soldi venissero utilizzati per finanziare le passate e le future campagne elettorali. Tenete presente che dal nostro bilancio online si nota come i due consiglieri abbiamo spero, in un anno, 170€ a testa in "alberghi, ristoranti, bar". (articolo del Fatto Quotidiano)

 

CHI HA DECISO LO STANZIAMENTO DI QUEI FONDI.

I fondi per i gruppi consiliari sono stanziati nel bilancio del Consiglio che è parte del Bilancio della Regione. Il Bilancio del Consiglio è proposto dall’Ufficio di Presidenza, accettato dalla Giunta e votato a maggioranza prima dalla Commissione Bilancio e poi dal Consiglio regionale. Come Radicali abbiamo votato contro i bilanci presentati. Peraltro, per il Bilancio della Regione, la giunta della Polverini cinque volte su sei (fra assestamenti e leggi di bilancio) ha imposto il suo maxi-emendamento, che vuol dire in parole semplici che ha scritto, senza dare opportunità al Consiglio di modificare alcuna virgola del testo, il bilancio della Regione. Successivamente è all’interno dell’Ufficio di Presidenza che è stato deliberato lo stanziamento di quei fondi. Fanno parte dell’Ufficio di Presidenza del consiglio: Pdl, Lista Polverini, Udc, Pd e Idv. Non ne fanno parte i Radicali.

 

MA VOI LO SAPEVATE?

Certo che no. Le delibere dell’ufficio di Presidenza nonostante i nostri emendamenti per la trasparenza non sono pubbliche e non ci sono state neanche fornite in relazioni agli accessi agli atti che abbiamo inoltrato ai sensi dell’art. 30, comma 3, dello Statuto della Regione. Abbiamo preso coscienza dell’entità complessiva delle somme annuali destinate al nostro gruppo, di fatto, alla fine di ogni anno perché queste cifre vengono accreditate in varie rate. Entro il 28 febbraio di ciascun anno abbiamo provveduto, come previsto, a rendicontarle al Comitato regionale di controllo contabile e pubblicarle sul nostro sito.

 

LA POLVERINI SAPEVA?

La Presidente Polverini è capo della maggioranza, e sa benissimo tutto. Uno dei maggiori gruppi presenti in Consiglio porta il suo nome: Lista Polverini, 13 consiglieri. In realtà queste cifre sono state verosimilmente contrattate nelle sessioni di bilancio proprio dalla maggioranza, la Presidente Polverini infatti tramite l’Assessore Cetica, per tenere buona la maggioranza e far passare tranquillamente le leggi finanziarie e di bilancio sapeva che questo era il prezzo da pagare ai consiglieri della propria maggioranza.

 

DIMISSIONI.

Riguardo l'iniziativa delle dimissioni dal Consiglio Regionale del Lazio le firme dei due consiglieri Radicali ci saranno se determinanti per raggiungere la maggioranza necessaria per mandare a casa la Giunta Polverini. Perché "se determinanti"? Perché se non ci si dimette in maggioranza le dimissioni non servono, subentrano i migliori non eletti. C'è lo scioglimento del consiglio solo se c'è la maggioranza del consiglio. Serve che si dimetta anche l'Udc e una parte della maggioranza. Per far sciogliere il Consiglio e contestualmente innescare le dimissioni della giunta servono appunto "le dimissioni contestuali della maggioranza dei componenti" (Art.19, comma 4 dello Statuto della Regione Lazio.).


Aggiungi commento