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23/12/24 ore

Suicidio-esodato-Fornero, fra propaganda e mistificazione



di Marco Valerio Lo Prete

(Il Foglio)

 

A Civitanova Marche, venerdì scorso, si è suicidato un uomo, Romeo Dionisi, assieme alla moglie, Anna Maria Sopranzi, e al cognato, Giuseppe Sopranzi. Un uomo di 63 anni, in difficoltà economiche, che ultimamente si muoveva da un lavoro saltuario a un altro, anche nel tentativo di saldare un suo debito contributivo verso l’Inps.

 

Per quasi 18 milioni di italiani, però, è stato un “esodato” a suicidarsi. Tanti sono infatti, secondo i calcoli del Foglio, i cittadini raggiunti da un messaggio non corrispondente al vero – perlomeno a giudicare dall’estratto contributivo dell’Inps di Dionisi – giornalisticamente impreciso e politicamente fuorviante.

 

Come è stata possibile una tale opera di mistificazione di massa? E perché? Ecco come è andata. Venerdì scorso, alle 11:02 di mattina, un lancio dell’agenzia Ansa parla di “una coppia di coniugi (che) si è suicidata a Civitanova Marche per difficoltà economiche”. Segue dettaglio: “L’uomo era un esodato, la moglie aveva una modestissima pensione”.

 

Le altre agenzie di stampa rincorrono e in tempo reale si fanno vivi anche tutti i siti web più popolari. Repubblica.it, che ogni giorno è visitato da circa 1,8 milioni di persone diverse (dati Audiweb), scrive subito un articolo di nemmeno 10 righe per la propria home page (o pagina principale). L’attacco del pezzo recita così: “Lui era un esodato, lei viveva con una pensione modestissima. Si sono impiccati a Civitanova Marche”.

 

Corriere.it (1,3 milioni di utenti medi al giorno, Audiweb) attende un po’ di più, poi scrive grosso modo la stessa cosa, mantenendo questa versione anche per tutto il giorno successivo. Idem per LaStampa.it.

 

Huffington Post Italia (100 mila lettori circa), diretto da Lucia Annunziata, si sbilancia ancora di più. Titolo a tutta pagina: “Colpa della riforma Fornero”. Tra virgolette, perché l’ha detto la Cgil, e subito sotto la foto di marito e moglie suicidi. Nel sommario, poi, le virgolette saltano senza colpo ferire: “Una coppia si impicca per motivi economici, l’uomo era esodato”.

 

Insomma, è bastato poco e la versione dei fatti data da Roberto Ghiselli, segretario generale della Cgil Marche, e Aldo Benfatto, segretario della Cgil di Macerata, è diventata “senso comune”: “Un episodio ancora più grave – avevano commentato i due verso le 13 – perché coinvolge un lavoratore esodato che si è trovato nella condizione di non avere più un lavoro né una pensione a causa della riforma Fornero”.

 

Una visione nient’affatto isolata nel sindacato guidato da Susanna Camusso, se è vero che ancora lunedì, sul quotidiano online del sindacato di Corso Italia, Rassegna.it, una lunga ricostruzione delle battaglie sindacali contro la riforma Fornero iniziava così: “Era infatti un esodato Romeo Dionisi, l’uomo che, insieme alla moglie, si è impiccato venerdì scorso per i gravi problemi economici collegati alla sua condizione di ex lavoratore senza reddito (63 anni, ma troppo ‘giovane’ per andare in pensione).

 

‘Una tragedia immane che lascia sgomenti e disarmati – è stato il commento della Cgil – legata e intrecciata alla crisi che investe il nostro paese’, e sulla quale, ha aggiunto il sindacato, è necessario intervenire subito ponendo fine a quel ‘vergognoso limbo in cui sono state relegate centinaia di migliaia di persone, i cosiddetti esodati’”.

 

La sequenza “suicidio-esodato-Fornero” alla fine diventa plausibile, anche se falsa: il signor Dionisi non è mai stato un “esodato”, cioè un dipendente che ha accettato di abbandonare il posto di lavoro in cambio di una “buona uscita” dall’azienda che gli consentirà di arrivare fino all’età della pensione (età della pensione che la riforma Fornero ha in alcuni casi allontanato nel tempo).

 

Dionisi era certo in una situazione non facile: era un muratore, aveva aperto una partita Iva, inquadrato dunque come lavoratore autonomo, e aveva difficoltà nel trovare commesse oltre a essere indebitato con l’Inps (meno di diecimila euro, quanto basta però per non disporre del Durc, Documento unico di regolarità contributiva, necessario per lavorare con la Pubblica amministrazione).

 

“Per definizione, essendo lavoratore autonomo, non poteva essere un ‘esodato’ – conferma al Foglio Giampiero Falasca, avvocato esperto del mercato del lavoro, socio dello studio legale Dla Piper – L’unico modo in cui ha ‘incrociato’ la riforma Fornero è stato, come altre decine di milioni di italiani, per il fatto che l’età pensionabile è stata spostata per tutti da 62 a 67 anni, essendo stata eliminata la pensione di anzianità”...

 

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