di Michele Nones (da Affarinternazionali.it)
Con sentenza del 9 ottobre scorso il Tribunale di Busto Arsizio ha assolto gli allora responsabili di AgustaWestland dall’accusa di corruzione internazionale per i dodici elicotteri AW 101 acquistati dall’India nel 2010. Tutti dovrebbero esserne soddisfatti. Ne esce ripulita l’immagine del “gioiello” tecnologico, industriale, commerciale e finanziario di Finmeccanica, il principale gruppo italiano nelle alte tecnologie.
Ne esce anche ripulita l’immagine del paese, perché è lo stato l’azionista di riferimento ed è il governo che esercita il controllo sulle esportazioni e sulla normativa anti-corruzione: se l’accusa fosse risultata fondata, l’affidabilità del nostro sistema di controllo delle esportazioni e dei movimenti finanziari sarebbe risultata pesantemente compromessa.
Lo stesso sarebbe valso per Finmeccanica, visto che non si sarebbe accorta di un esborso di una cinquantina di milioni di euro, pari a quasi il 10% della commessa acquisita. Resta sullo sfondo una poco convincente condanna per frode fiscale, di cui non si capisce il "movente" visto che l’eventuale sovrafatturazione non è servita per pagare tangenti. Anche in questo caso la vicenda implicherebbe qualche dubbio sull’efficienza dei controlli fiscali e contabili visto che nessuno si sarebbe accorto di alcune decine di milioni di euro sottratti ai bilanci della società.
Questa indagine però lascia sul terreno cumuli di macerie. A pagarne le conseguenze sono stati non solo due apprezzati dirigenti industriali, ma anche migliaia di lavoratori che dipendono da Finmeccanica e gli azionisti che vi hanno investito. L’intera industria dell’aerospazio, sicurezza e difesa italiana è rimasta sulla graticola per due anni e mezzo vedendo danneggiata la sua credibilità...
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