di Marco Guidi
(da Affari Internazionali)
Chi è stato? Ma soprattutto a chi giova? Il terzo e più sanguinoso attentato che ha funestato la Turchia (prima Diyarbakir, poi Suruç e ora Ankara) pone queste domande.
Secondo il governo turco la responsabilità è del Daesh, l’autoproclamatosi “stato islamico” che vuole destabilizzare il Paese. Ma l’opinione comune di tanti turchi, non necessariamente laici e di sinistra, identifica nello stato profondo, quel misto di servizi segreti, estremisti di destra, poliziotti, magistrati, ambienti governativi, il vero responsabile degli attentati.
Hdp, ostacolo al progetto di Erdogan
Al di là dei diversi pareri, è chiaro che colpire i curdi moderati dell’Hdp, il Partito democratico dei popoli, fa il gioco dell’Akp (Partito giustizia e sviluppo) del presidente Racep Tayyip Erdogan. Le elezioni del giugno scorso hanno visto l’Akp perdere il 9% dei voti e l’Hdp superare di un balzo lo sbarramento del 10%, raggiungendo oltre il 13% dei consensi.
Perché dal risultato del partito curdo moderato, che alle ultime elezioni ha raccolto centinaia di migliaia di voti non curdi, ma di turchi laici, giovani, imprenditori, intellettuali, dipende la partita che Erdogan sta giocando.
Se l’Akp riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta sarà possibile impostare quella riforma costituzionale che farebbe della Turchia una repubblica presidenziale (simile alla Russia di Putin) con Erdogan che vuole essere presidente nel 2023, quando la Turchia repubblicana festeggerà il suo primo secolo di vita.
E l’Hdp è il principale ostacolo a questo progetto. Anche perché il Chp (Partito repubblicano del popolo) fondato da Kemal Ataturk, non appare competitivo. In quanto all’estrema destra, rappresentata dal Mhp (Partito di azione nazionalista) con il suo 16% dei voti viene visto come un possibile alleato di Erdogan piuttosto che come un rivale politico.
Come del resto si è dimostrato negli ultimi mesi quando proprio lo Mhp ha fatto fallire ogni tentativo di arrivare a un esecutivo di coalizione che comprendesse gli odiati membri dell'Hdp.
Tra repressione ed epurazione
Del resto è l’agire stesso di Erdogan e della magistratura da lui completamente asservita che negli ultimi tempi ha destato, non solo in Turchia, ma in tutto il mondo civile fortissime preoccupazioni.
L’agguato a un giornalista di Hurriyet, portato a termine da un commando di militanti dell’Akp seguito dall’arresto del direttore dell’edizione inglese di Zaman, “colpevole” di aver espresso in un twitter dubbi sull’onestà di Erdogan, sono solo gli ultimi episodi di una vera e propria pulizia etnica del presidente e del suo partito nei confronti di chiunque non si allinei servilmente alla loro politica…
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