di Ermes Antonucci
Lo sciopero degli avvocati penalisti indetto dall’Unione delle Camere Penali proseguirà per altri due giorni (fino al 4 dicembre), ma nel frattempo gli organizzatori della protesta si sono riuniti a Roma in una manifestazione nazionale «per la tutela dei principi del giusto ed equo processo», ribadendo le ragioni della loro mobilitazione. Stop alla spettacolarizzazione dei processi, all’abuso dello strumento del «processo a distanza» (art. 146 bis c.p.p.) ed alla demonizzazione dell’istituto della prescrizione: queste le parole d’ordine dei penalisti riunitisi oggi alla Residenza di Ripetta.
«Un giorno ci vergogneremo di quello che sta succedendo» ha ammonito duramente Francesco Tagliaferri, presidente della Camera Penale di Roma, scagliandosi contro l’utilizzo indiscriminato dell’art. 146 bis, che costringe gli imputati a partecipare al processo in videoconferenza, a vantaggio di una «idea efficientista della macchina giudiziaria, che lavora velocemente, frantumando però i diritti dell’imputato».
Il processo di Mafia Capitale in corso a Roma, dove i giudici avevano disposto la partecipazione a distanza di tutti gli imputati detenuti – salvo poi ritirare i provvedimenti e limitarli a soli tre imputati - costituisce per gli avvocati penalisti il primo e pericoloso esperimento di un nuovo modello di processo penale…
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