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22/11/24 ore

Il non-premier Di Maio e la realtà virtuale dei non-ministri



di Mattia Feltri

(da lastampa.it)

 

Che bello: siamo qui ad assistere a una cosa che non esiste. C’è un candidato premier che non è candidato premier che presenta un governo che non è un governo. Non è candidato premier (esattamente come ogni altro candidato premier, da Matteo Salvini a Matteo Renzi) poiché la legge elettorale non prevede candidati premier, e tantomeno col proporzionale.

 

Così Luigi Di Maio non sarà premier, a meno che il Movimento non oltrepassi il 40 per cento dei voti, evento piuttosto improbabile, e il suo governo non sarà mai il governo. Però Di Maio ha già mandato via e-mail la lista dei ministri che non saranno ministri al presidente della Repubblica, che non l’ha letta. Anche perché i ministri non li nomina il premier soprattutto se non è un premier, e a maggior ragione prima delle elezioni, ma li nomina il presidente della Repubblica soprattutto se è effettivamente un presidente della Repubblica, ed è il caso di Sergio Mattarella, unico protagonista della vicenda che riveste una carica e non un’aspirazione.

 

Ma non è un grosso problema, è soltanto l’epilogo esoterico di una campagna elettorale da realtà aumentata, durante la quale non si è discusso di altro che di cose che non esistono.

 

Ecco, non è un’esclusiva di Di Maio. Si è discusso di coperture che non esistono su promesse che non esistono, dal momento che tutti (i sani di mente) sanno che non saranno mantenute. Si è discusso di aliquote fiscali che non esistono, abolizioni di tasse che non esistono, deportazioni di migranti che non esistono, mondi palingenetici che non esisteranno almeno per un paio di secoli.

 

E dunque perché no? Perché non venire qui a scrivere questo non articolo su questo non premier e il suo governo? ...

 

...Per assegnare alla vicenda tutto il rilievo che merita, si ometterà il primo parodistico impatto di Di Maio con un «qualora», seguito da un tempo verbale inadeguato. Si segnalerà, giusto per diritto di critica, che il non ministro alla Giustizia, Alfonso Bonafede (ecco, qui i titoli sono già più fragili: ha conseguito un dottorato di ricerca in Diritto privato), ha promesso di ridurre i tempi della giustizia bloccando la prescrizione al momento del rinvio a giudizio, e giurando contro le leggi della fisica che così si farà prima. Ma per il resto era anche difficile valutare la portata del rivolgimento, siccome i non ministri avevano a disposizione solo qualche minuto per illustrare i progetti rivoluzionari. Così ne sono usciti molti slogan carezzevoli...

 

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