Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/11/24 ore

M5S, la lista di Di Maio che certifica un fallimento



Appeso alla lista farlocca dei "ministri" di Luigi Di Maio, il dibattito sui media in vista del voto segue incredibilmente l'agenda imposta dallo staff grillino (che fine!....) Ma accantonate le polemiche sull'iniziativa irrituale e irrispettosa delle prerogative istituzionali del Capo dello Stato, preso atto della forzatura a fini di puro marketing elettorale, un dato in fondo emerge dalla sceneggiata a cui stiamo assistendo da giorni: il Movimento 5 Stelle ha fallito nel suo intento di dare un valore aggiunto alla sua classe dirigente.

 

Ricordiamo che l'avventura del “candidato premier” era partita con il tour di accreditamento negli ambienti che contano. Si trattava di andare oltre il vaffa, attraverso figure di spicco, opportunamente selezionate, che avrebbero poi dato lustro e competenza alla compagine grillina, oltre che portare voti in più.

 

C'erano grandi aspettative in tal senso, andate già un po' deluse dopo la sfornata di supercompetenti della società civile candidati nei collegi uninominali. Su questa falsa riga, salvo clamorose sorprese del giovedì, anche il tanto atteso elenco di ministri ha fin qui lasciato perplessi, confermando che il salto sul carro del presunto vincitore non c'è stato.

 

Infatti, i Prof prestati alla politica, fin qui reclutati per ripiego dal giro di conoscenze, confermano il buco nell'acqua della Casaleggio & Associati sulla squadra di governo. C'è il rischio, non proprio infondato, che ciò provochi l'effetto boomerang nell'urna del 4 marzo. Basti solo pensare a come saranno stati accolti in certi settori – per esempio – le prime uscite sul possibile ripristino dell'articolo 18 o, più in generale, la “felice” decrescita promossa dal “ministro in pectore” dello Sviluppo, Fioramonti.

 

Forse per questo oggi si è pensato per un giorno di tornare un po' ai sani principi delle origini. L'ex campione olimpionico di nuoto Fioravanti come ministro dello Sport – dopo la rinuncia di altri autorevoli personaggi - era proprio quel che ci voleva per rimettere tutto su binari collaudati.

 

“Non sono molto esperto” di politica, aveva infatti ammesso Fioravanti, quando fu presentato come candidato in Parlamento qualche settimana fa. Quindi, come accennammo per Gentile, è perfetto...  (A.M.)

 

 


Aggiungi commento