La sensanzione che M5S e Lega su molti temi temi non sappiano di cosa parlano l'abbiamo avuto in più di un'occasione. Si stava però in campagna elettorale e tutto sommato si era portati a pensare che fosse tutta propaganda. Invece, i "signori" fanno sul serio, come dimostra la bozza di programma che in questi giorni ha fatto tanto parlare, soprattutto nella parte in cui si richiedeva la cancellazione di 250 miliardi di euro di titoli di Stato detenuti dalla Banca centrale europea.
Si tratta di una proposta (poi "superata" ma che comunque resta nelle sottili menti e nelle recondite intenzioni grigioverdi) "che rivela - come scrive Il Sole24Ore, in un articolo che riproponiamo nella nostra rassegna web - non solo una idea sbagliata dei rapporti tra la Bce e i singoli governi, ma anche un’idea sbagliata del funzionamento delle autorità monetarie".
di Riccardo Sorrentino (da ilsole24ore.com)
L'indiscrezione è stata smentita. Non perché fosse falsa, ma perché «superata». È indubbio però che la vecchia bozza di programma M5s-Lega conteneva quella richiesta incredibile: la cancellazione di 250 miliardi di euro di titoli di Stato detenuti dalla Banca centrale europea. Una proposta che rivela non solo una idea sbagliata dei rapporti tra la Bce e i singoli governi, ma anche un’idea sbagliata del funzionamento delle autorità monetarie
Una perdita autoinflitta
Incredibile perché? Tecnicamente non è impossibile che una banca centrale “rinunci” ai crediti. Se lo facesse una banca privata sarebbe però un atto economicamente gravissimo, perché significherebbe azzerare un investimento, un credito e trasformarlo - e volontariamente - in carta straccia: dovrebbe registrare una perdita e ridurre di conseguenza il patrimonio.
L’idea sottostante la richiesta di M5S e Lega è che per l’autorità monetaria le cose sarebbero più semplici. Non è così, per molti motivi. A cominciare dal fatto che l’insieme delle banche centrali di Eurolandia ha un patrimonio consolidato di 102 miliardi. Insufficiente.
Cancellare moneta
Una banca centrale, tecnicamente e in via del tutto astratta, potrebbe forse seguire una strada diversa rispetto a un’azienda privata. Non meno traumatica, però. Dovrebbe distruggere - a fronte della “distruzione” di una voce dell’attivo, i titoli di Stato - un’altra voce del passivo, la base monetaria. Tanta base monetaria: l’8% di quella europea, il 75% di quella italiana. Si tratta di “spegnere” in gran parte il motore che permette di creare moneta, insomma: distruggere banconote, ma in Italia non circolano più di 150 miliardi di euro “fisici”; oppure cancellare i debiti - i depositi - che la Bce ha nei confronti delle banche commerciali (come? con quali poteri?), trasferendo così la perdita alle imprese creditizie pubbliche e private.
Scaricare il peso sulle banche italiane
Quali? Quelle italiane soprattutto: la quasi totalità del debito pubblico italiano acquistato dalla Bce è nel portafoglio della Banca d’Italia (così come quello francese è detenuto dalla Banque de France, e così via), proprio allo scopo di evitare che qualsiasi rischio di default - e cancellare un credito è un default - ricadesse su altri Paesi. Il costo per l’economia italiana, insomma, sarebbe di gran lunga superiore ai 250 miliardi cancellati. Senza contare il fatto, fondamentale, che i depositi delle aziende di credito verso la Banca d’Italia non raggiungono quella cifra. L’operazione, oltre a essere tecnicamente assurda, è anche tecnicamente impossibile...
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