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26/12/24 ore

"Altri dovrebbero aver paura": lettere e testimonianze inedite su Sacco e Vanzetti



Quelli della mia generazione ricordano il film di Contaldo su “Sacco e Vanzetti” che nel 1971 ci fece commuovere e riflettere sulle tristi vicende di due emigranti italiani i quali nel 1920 vennero falsamente accusati di omicidio e rapina a mano armata e poi giustiziati sulla sedia elettrica nel 1927.

 

L’emozionante colonna sonora con la canzone di Joan Baez risuona ancora nelle nostre orecchie richiamando alla mente le immagini di G. M. Volonté e R. Cucciolla che seppero dar corpo e spessore al coraggio e alla dignità dei due indimenticabili personaggi, divenuti simbolo della lotta per la libertà e l’uguaglianza.

 

Encomiabile appare dunque l’impegno di Andrea Comincini nel libro “Altri dovrebbero aver paura”, edito dalla Nova Delphi, una raccolta di lettere e testimonianze inedite, custodite negli archivi della Lilly Library di Blooming (Università dell’Indiana) che permettono un’analisi approfondita del pensiero politico dei due anarchici, delle loro radici culturali, nonché dei loro pensieri e riflessioni in quel particolare momento storico.

 

Come si legge nella presentazione di Valerio Evangelisti, mentre nel film di Contaldo manca un approfondimento della dimensione ideologica di Sacco e Vanzetti, l’appassionato lavoro di Andrea Comincini, invece, viene a colmare questa grave lacuna attraverso le dirette testimonianze dei due italiani nelle lettere e in altri documenti inediti, preziosi per comprendere un’esperienza non solo umana ma anche politica, radicata in nobili ideali.

 

Nicola Sacco scrive: - Reo di quale delitto? …L’unico delitto di cui sono responsabile, di cui vado altero, è quello di aver sognato una vita migliore fatta di solidarietà, di reciproca assistenza amorevole; di essere in una parola anarchico e per questo delitto io vado orgoglioso di finire magari per mani di boia….E morrò contento di aggiungere il mio nome oscuro alla lista gloriosa dei martiri credenti nel rinnovamento sociale e nella redenzione umana -.

 

Bartolomeo Vanzetti afferma: - Le basi immutabili dell’umana felicità sono la salute, la tranquillità di coscienza la libertà, la soddisfazione dei bisogni e una fede sincera…. Nella vera futura storia umana, abolire le classi e i privilegi, gli antagonismi d’interesse tra uomo e uomo, il progresso e i mutamenti saranno determinati solo dall’intelligenza e dalla comune generale convenienza. Se noi e la generazione che portano in grembo le nostre donne non arriveremo a questo risultato, non avremo ottenuto nulla di reale e l’umanità continuerà a essere ognora più misera e infelice -.

 

Davvero un libro interessante quello di Comincini, degno di attenzione.

 

Giovanna D'Arbitrio


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