Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

22/12/24 ore

Conversazione con Francesca Peppucci, la più giovane europarlamentare italiana



di Giulia Anzani

 

In una domenica sul finire di marzo, ho avuto il piacere di intrattenere una conversazione con l’onorevole Francesca Peppucci, la più giovane europarlamentare italiana attualmente in carica, che mi ha raccontato un po’ di sé.

 

 

********* 

 

 

G.A.: Ho letto che la sua carriera politica è iniziata molto presto, se non sbaglio aveva soli 23 anni…

 

F.P.: Sì, esatto. A 23 anni mi sono candidata al consiglio comunale della mia città, Todi. Ho iniziato così il mio percorso politico: dedicandomi alle dinamiche e agli interessi della mia comunità. Subito dopo sono stata candidata alle elezioni europee e, anche se non sono arrivata alle elezioni di maggio 2019, ho registrato un importante risultato ottenendo la fiducia di 22.000 persone. Mi sono nuovamente candidata pochi mesi dopo alle elezioni regionali e sono stata eletta consigliere comunale a 26 anni. Sono stata - e sono tuttora - il consigliere regionale più giovane della storia della Regione Umbria. 

 

Dopo due anni e mezzo di lavoro nel consiglio regionale, è arrivata l’opportunità di entrare in Parlamento Europeo: attualmente sono l’italiana più giovane in Parlamento Europeo e una delle più giovani tra tutti i 705 eurodeputati.

 

G.A.: È un percorso interessante specialmente considerando che, particolarmente in Italia, l’età media degli esponenti politici tende ad essere piuttosto elevata…

 

F.P.: Assolutamente sì. Posso dire di aver avuto due fortune: da un lato quello di assumere ruoli di rilievo in giovane età; dall’altro di percorrere un cammino graduale di crescita, apprendendo le dinamiche delle varie istituzioni, dal consiglio comunale e regionale, fino al Parlamento Europeo.

 

G.A.: Immagino sia stato un percorso stimolante. Vorrei sapere cosa l’ha motivata a entrare da così giovane in politica: quali idee, valori ed esperienze personali hanno contribuito a questa decisione?

 

F.P.: Sin da bambina ho manifestato un interesse vivo per le dinamiche politiche, seguendole fin dalle scuole medie. Tuttavia, non ho mai intrapreso un coinvolgimento attivo: non arrivo da una politica universitaria né ho avuto familiari impegnati in attività politiche o istituzionali. Il mio interesse è nato da una curiosità personale verso determinate situazioni. Fin da piccola, esprimevo il desiderio di far parte di quel mondo, anche se appariva distante e difficile da raggiungere.

 

Quando ho avuto la possibilità di candidarmi al consiglio comunale, ho deciso di mettermi in gioco solo ed esclusivamente in ragione di quelli che erano i miei principi e i miei valori. In tutta onestà, non credevo di poter entrare realmente in consiglio comunale, ma i cittadini hanno dimostrato grande fiducia in me, dando inizio al mio percorso politico.

 

G.A.: Dal suo punto di vista di giovane donna in politica, ritiene che l’energia e la prospettiva dei giovani possa influenzare il panorama sociale e politico?

 

F.P.: Penso che, pur essendo necessarie l’esperienza e la formazione di chi è immerso da anni nella politica e conosce i relativi meccanismi delle istituzioni, è l’entusiasmo dei giovani la benzina che fa funzionare la macchina. I giovani hanno il futuro nelle loro mani ed è necessario che le persone esperte tramandino le loro conoscenze.

 

G.A.: E che consigli darebbe ai giovani che vogliono intraprendere un percorso analogo al suo?

 

F.P.: Interessarsi e studiare. Avere un occhio critico e ascoltare le diverse voci che ci sono in ambito politico. Non spaventarsi nel mettersi in gioco, candidandosi magari in consiglio comunale: sono esperienze importanti. Anche se non arriva l’elezione in un primo momento, dà una formazione e una crescita personale incredibile permette di conoscere le varie dinamiche. I giovani devono avere fame del proprio futuro: non c’è cosa migliore di costruire ed essere parte del processo stesso di costruzione. E quindi impegnarsi sempre, anche quando le cose non vanno bene.

 

G.A.: Parlando di futuro, quali sono le sue prospettive? Sia riguardo il territorio di Todi e dell’Umbria - dove è molto impegnata - che in Europa in generale.

 

F.P.: Ormai siamo in chiusura di questa legislatura; in vista di ciò, cercherò di portare a termine le interlocuzioni che ci sono state con le varie parti sociali, che siano imprese, rappresentanze o cittadini, per approvare diversi provvedimenti. È un lavoro che deve trovare un compimento in quest’ultimo periodo. 

 

Per il futuro… dipenderà dalla mia ipotetica candidatura in Parlamento europeo o altre circostanze. Certamente - forse è questo il messaggio che dev’essere lanciato - io pur non avendo un ruolo istituzionale sarò parte attiva nel lancio di idee, proposte, soluzioni. Contribuirò al nostro futuro.

 


 

G.A.: Parlando delle sue proposte di legge, qual è stata l’iniziativa di cui è più orgogliosa e perché?

 

F.P.: Non potendo far riferimento al Parlamento europeo dove, attualmente, non abbiamo iniziativa legislativa, faccio riferimento all’esperienza del consiglio regionale dove ho approvato due leggi importanti di cui sono stata promotrice: la legge sull’istituzione del garante per le persone con disabilità e la legge sulla parità di genere che ha regolamentato la discriminazione multipla delle donne con disabilità. 

 

Ritengo serva un’innovazione culturale verso il mondo della disabilità e questo passa anche attraverso norme adeguate che riescano a dare le giuste risposte ai cittadini. 

 

In Parlamento europeo, quest’anno ho presentato oltre 300 emendamenti di vario tipo andando incontro a quelle che sono le esigenze delle imprese agricole e degli agricoltori, per colmare la distanza che, troppo spesso, viene percepita tra Europa e territorio.

 

G.A.: La disabilità sembra un tema verso cui nutre una particolare sensibilità. Quando ha iniziato a impegnarsi in questo senso?

 

F.P.: È stata tra le mie prime proposte. Quando sono entrata in consiglio comunale ho avuto una diagnosi personale e ho iniziato a vivere una condizione di disabilità. Chiaramente la sensibilità e la consapevolezza rispetto a determinati temi sono cresciute e, insieme, il mio impegno nell’affrontare queste problematiche. È un impegno prioritario per me.

 

G.A.: Di certo vivere situazioni sulla propria pelle sensibilizza molto e si notano più facilmente le criticità. Vorrei, a questo punto, sapere quali sono state le sfide più significative che ha affrontato. Ad esempio, nel passaggio da consigliere comunale ad eurodeputata: credo sia stato un passaggio di carica interessante…

 

F.P.: Assolutamente sì. Va detto che, ovviamente, è stato un percorso graduale di crescita: non mi sono trovata a essere europarlamentare senza esperienza pregressa. Ho avuto l’opportunità di conoscere diverse realtà, viverle, rendermi conto di quali sono le reali esigenze delle persone e come le diverse istituzioni possano rispondere a tali esigenze. L’ostacolo che ho trovato più spesso è sicuramente quello relativo alla mia giovane età, fin dal principio. Troppo spesso essere giovani non è visto come un elemento positivo, anzi: si tende a non dare la giusta considerazione e si pensa che le idee dei giovani siano sogni irraggiungibili. In realtà basta sapergli dare una forma, ascoltare e provare ad arrivare a quegli obiettivi. 

 

L’altro ostacolo è quello di essere donna, sicuramente un elemento discriminante che ho trovato in tutte e tre le mie esperienze politiche personali… 

 

Ed infine essere giovane, donna e con condizione di disabilità: sono tre elementi differenti che, andandosi a incastrare, evidenziano quanto nella società ci siano stereotipi che devono essere assolutamente abbattuti e superati.

 

G.A.: Sì, è chiaro che nella società persistano pregiudizi legati a questi elementi e immagino possano creare barriere non indifferenti. E proprio parlando di esperienze così strettamente personali, vorrei sapere come gestisce la sua vita privata. Mi domando come sia cambiata, come concili i suoi impegni di giovane donna con il ruolo di eurodeputata.

 

F.P.: La mia grande fortuna è stata avere affianco delle persone che mi hanno sempre supportata: la mia famiglia e il mio fidanzato in primis. Sono persone che non mi hanno mai giudicata ma, anzi, sempre sostenuta. Svolgere un’attività politica, soprattutto a un livello abbastanza alto e che impegna quotidianamente può diventare una difficoltà importante. Ancora oggi essere donna e conciliare quest’impegno risulta difficile, ma io ce la metto tutta e l’avere una famiglia che mi supporta mi dà l’energia per farcela. 

 

G.A.: È importante avere qualcuno che ci supporta sempre, nel lavoro e nella vita…

 

F.P.: Sì assolutamente, io non riuscirei a fare quello che faccio senza di loro. Non riuscirei a dedicare 24 ore se non avessi affianco chi riconosce il mio impegno e mi sostiene costantemente.

 

G.A.: Arrivate a questo punto, parlando di “radici”, mi interessa sapere qualcosa in più sulla sua formazione: ho visto che ha fatto studi di Economia e Legislazione Aziendale. Vorrei sapere in che modo questo percorso ha influenzato il suo approccio alla politica, alle questioni che affronta…

 

F.P.: Io non ho fatto il liceo, sono diplomata in ragioneria. Dopo il diploma ho proseguito gli studi all’università di Perugia e mi sono laureata in Economia. È stato un percorso che certamente ha influito in maniera positiva rispetto alla possibilità di conoscere quelle che erano le questioni economiche e di diritto che mi hanno aiutata a percorrere questa strada. Lo studio aiuta tanto ma ci tengo a sottolineare una cosa: chiunque può avvicinarsi alla politica. 

 

Fare determinati studi può agevolare ma al tempo stesso credo sia possibile in ogni caso avvicinarsi e impegnarsi, essere parte attiva, dare il proprio contributo alla società. Io sono una persona comune che si è trovata a gestire, affrontare e vivere un’esperienza incredibile in giovane età. Il mio augurio è che sempre più persone siano interessate alla vita politica perché è già politica quando si esprime la propria opinione sugli agricoltori seduti al bar con gli amici, o quando si discute sulle case green. 

 

G.A.: Sì, qualsiasi argomento sociale che viene discusso è politica. È un aspetto fondamentale delle nostre vite…

 

 

La nostra chiacchierata si conclude così, tra saluti e ringraziamenti. È stato un vero piacere conoscere l’onorevole Peppucci, una giovane donna determinata e impegnata, che chiosa dicendomi che “la mia storia personale è collegata all’attività politica che, pur essendo molto impegnativa, è stata un’ancora di salvezza. È importante per me impegnarmi per gli altri in prima linea”. Pur da una prospettiva diversa, non posso che concordare con lei.

 

 


Aggiungi commento