Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

18/11/24 ore

Cambiamo noi, un referendum per sbloccare la politica



'Cambiamo noi'. E' questo il nome dell'ultima campagna referendaria promossa da Radicali Italiani per “sbloccare la politica” e “ripristinare la legalità costituzionale”. Contro l'immobilità del Parlamento e la scarsa vitalità degli strumenti di partecipazione popolare ecco dunque un nuovo pacchetto referendario che concerne urgenti questioni sociali pressocchè escluse dall'agenda politica nazionale.

 

Non sono pochi, però, gli ostacoli da superare per raggiungere le 500.000 da depositare entro 3 mesi in Cassazione pe far sì che quest'ennesima battaglia per i diritti e le libertà raggiunga il suo scopo: dalle difficoltà di reperire gli autenticatori per le firme all'impossibilità di “informare gli italiani attraverso radio e televisioni”.

 

Intanto lo scorso sabato si è tenuta a Roma la prima Assemblea referendaria della campagna, in cui sono stati presentati i sei quesiti, a termine di una fase impegnativa di preparazione e discussione:

 

- Divorzio breve

Per eliminare l’obbligo dei 3 anni di separazione obbligatoria prima di ottenere il divorzio. Vogliamo che si diminuisca il carico sociale e giudiziario che grava sui cittadini e sui tribunali in termini di costi e durata dei procedimenti. Il referendum elimina i tre anni di separazione obbligatoria prima di chiedere divorzio, la cui domanda potrebbe essere fatta contestualmente alla separazione Effetti: riduzione del carico giudiziario e sociale connesso alla durata dei procedimenti di divorzio.

 

- Immigrazione 

Per abrogare il reato di clandestinità e per eliminare le norme che incidono sulla clandestinazzazione e precarizzazione dei lavoratori migranti.  Con il primo quesito vogliamo cancellare la norma che introduce un reato su una condizione anziché su una condotta. Mentre con il secondo quesito si vogliono abrogare quelle norme che costringono centinaia di migliaia di migranti al ricatto continuo dei datori di lavoro (creando lavoro nero, microcriminalità e l’effetto di “concorrenza sleale” con i lavoratori italiani). La regolarizzazione di almeno 500 mila lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno già attivi in Italia porterebbe nelle casse dello Stato tre miliardi di euro ogni anno di sole tasse.

 

- Droghe

Niente carcere per i fatti di lieve entità. A causa di convenzioni internazionali stipulate dall’Italia è attualmente impossibile la legalizzazione delle droghe leggere, ma con questo quesito vogliamo eliminare per tutte le violazioni che riguardano fatti di lieve entità (ad es. coltivazione domestica, possesso e trasporto di quantità medie, condotte border line tra consumo e piccolo spaccio) la pena detentiva, mentre rimarrebbe la sanzione penale pecuniaria della multa.

 

- Finanziamento partiti 

Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e i rimborsi elettorali truffaldini. Per mettere al centro la persona e non i partiti Vogliamo che i partiti siano finanziati per la forza delle loro idee, e non in forza del loro potere. Il testo interviene sulla legge n. 96 del luglio 2012 che ha creato un fondo unico per finanziamento pubblico e rimborso spese elettorali (70% del totale) e un altro per il cofinanziamento dello Stato in aggiunta alle donazione private (30%). L’abrogazione riguarda l’intero meccanismo istituito dalla nuova legge e quindi di tutti e tre le tipologie di contributi. Si mantiene invece la disposizione che riguarda le detrazioni per le erogazioni liberali. Rimangono anche le norme relative a uso di locali per attività politiche, quelle sulla trasparenza dei finanziamenti privati, sull’anagrafe patrimoniale dei tesorieri, sui limiti massimi spese elettorali per elezioni comunali e europee.

 

- 8xmille 

Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una scelta e restituire l’effettiva libertà di scelta ai cittadini.  Vogliamo che la quota relativa alle scelte non espresse sull’8xMille (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno, ridistribuita alle confessioni religiose) rimanga in capo al bilancio generale dello Stato. Viene abrogata la disposizione che prevede che anche l’8x1000 di chi non esprime alcuna indicazione venga ripartito tra le confessioni religiose. Non si arrecherebbe alcun danno alle attività caritatevoli, visto che il fondo 8x1000 si è moltiplicato per cinque negli ultimi 20 anni, arrivando alla cifra record di un miliardo e cento milioni di euro l’anno!

 

(fonte radicali.it)


Aggiungi commento