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23/12/24 ore

Natale 2013, la III Marcia per l’Amnistia la Giustizia, la libertà dal Vaticano a Palazzo Chigi



La III Marcia per l’Amnistia la Giustizia, la libertà partirà alle ore 10.00 del 25 dicembre da San Pietro (il raduno dei marciatori inizierà dalle 9.30 in Piazza Pia, all’inizio di Via della Conciliazione) per arrivare davanti la sede del Governo a Palazzo Chigi in Piazza Colonna. Durante la marcia saranno fatte brevi soste davanti al Carcere di Regina Coeli, al Ministero della Giustizia (Via Arenula), al Senato (Corso Rinascimento) e alla Camera dei Deputati (Piazza Montecitorio). Finito il corteo e la manifestazione davanti a Palazzo Chigi, i marciatori si saluteranno nella vicina Piazza San Silvestro, dove si terranno gli interventi conclusivi di saluto e di augurio.

 

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha scritto alla segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini una lettera esprimendo apprezzamento per la marcia.

 

“Temi tradizionali delle vostre battaglie – scrive Napolitano –  dei quali ho più volte sottolineato l'importanza e l'urgenza”. Un plauso poi è stato espresso del Presidente al mondo cattolico per il sostegno e la partecipazione alla marcia.

 

Ecco il testo della lettera

 

Gentile Onorevole,

in occasione dello svolgimento della III Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà, organizzata per il giorno di Natale dai Radicali italiani, desidero esprimere il mio apprezzamento per l’iniziativa che intende riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica, con una larga partecipazione del mondo cattolico e del volontariato, temi tradizionali delle vostre battaglie, dei quali ho più volte sottolineato l’importanza e l’urgenza.

 

Di recente, l'8 ottobre scorso, ho inviato un messaggio alle Camere e vi ringrazio di averlo posto al centro della manifestazione. In quel testo, come è noto, ho affrontato la drammatica questione carceraria partendo dal fatto di eccezionale rilievo costituito dal severo pronunciamento con il quale nel gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo ha messo in mora il nostro paese, dopo aver giudicato già quattro anni fa la situazione delle nostre carceri incompatibile con l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

 

In quella sede ho sottolineato come la necessità di cambiare profondamente le condizioni delle carceri in Italia costituisce non solo un imperativo giuridico e politico, imposto sia dalla Convenzione Europea sia dalla nostra Carta Costituzionale, ma anche e soprattutto un dovere morale. Se infatti lo Stato deve farsi carico della sicurezza dei cittadini e delle sacrosante aspettative di giustizia delle vittime dei reati, ciò non deve esimere dal dovere di far sì che i luoghi di detenzione non umilino la dignità delle persone e corrispondano alla funzione rieducativa della pena.

 

Ho quindi indicato una molteplicità di possibili interventi legislativi e amministrativi nonché, data l’urgenza di ottenere in tempi brevi, entro il prossimo 28 maggio come richiesto dalla Corte, sostanziali riduzioni del sovraffollamento delle carceri, la possibilità di accompagnare tali interventi con provvedimenti di clemenza generale, che avrebbero altresì l’effetto di accelerare i tempi di amministrazione della giustizia, anch’essi attualmente incompatibili con i principi della richiamata Convenzione europea e con l’articolo 111 della nostra Costituzione.

 

Resta ovviamente fermo che spetta al Parlamento, eventualmente sentendo il Governo, assumersi la responsabilità di ritenere essenziale o non essenziale, ai fini del rispetto delle indicazioni della Corte di Strasburgo, l’adozione delle ipotizzate misure di clemenza, anche alla luce delle misure che saranno state eventualmente adottate nel frattempo.

 

Con viva cordialità

 

Giorgio Napolitano

 

 


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